Mika: "Così ho fatto i conti con la dislessia. Ora preparo un libro"

Il cantante pop racconta in un videomessaggio destinato al convegno 'Come i pesci sugli alberi' la sua esperienza

Mika: "Non riuscivo neanche a immaginare di scrivere una lettera, ora preparo un libro"

Mika: "Non riuscivo neanche a immaginare di scrivere una lettera, ora preparo un libro"

Alba, 23 novembre 2015 - Mika testimonial di "Come pesci sugli alberi", un convegno sui disturbi specifici legati all'apprendimento. Tra questi la dislessia, la difficoltà nel riuscire a leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. L'associazione italiana dislessia stima che ne sia affetto almeno un alunno per classe. E ad Alba, oggi, professori, esperti e letterati si sono riuniti per parlare proprio di questo problema, soprattutto in relazione all'organizzazione della didattica nelle scuole. Infatti, la dislessia in sé non è un vero e proprio handicap, chi ce l'ha è comunque dotato di altri talenti, di solito più artistici, creativi, visivi. Ma fa vivere veramente male il periodo scolastico, visto che il sistema di istruzione è generalmente improntato su delle discipline problematiche per un dislessico. Ed è su questo che il cantante pop inglese, nato in Libano, nonché ormai da un paio di anni giudice di X Factor Italia, ha portato la sua esperienza. Mika, infatti, non ha mai fatto segreto di aver avuto problemi a scuola a causa di una forma di dislessia che tutt'ora gli impedisce di leggere gli spartiti musicali. Questo il video-messaggio preparato per l'occasione: 

Riprendendo il titolo del convegno, Mika ha spiegato che per tanti anni si è sentito come un pesce su un albero. "Ho pensato per tanti anni di essere stupido quando ero più giovane - racconta -. Non mi rendevo conto che non ero stupido, ma come un pesce su un albero. Ci sono state tante cose che hanno cambiato la mia idea di me stesso. Pensavo che fosse tutta colpa mia, e in effetti devo dire che era un po' colpa dell'ambiente in cui sono cresciuto... Questa idea della normalità, che è un'illusione totale. La normalità non esiste. C'è solamente l'individualità, che è una cosa molto speciale, che dobbiamo difendere, quando la vediamo negli altri, ma anche sviluppare e difendere quella che è dentro di noi".

I problemi più grandi la pop-star li ha avuti a partire dai sette anni. "Mi hanno buttato fuori da scuola - spiega -. Ho completamente dimenticato come leggere e scrivere, anche come leggere la musica. Anche ora non riesco a leggere la musica, mentre prima potevo farlo perfettamente. Per tanti anni non ho scritto, facevo tutto con le mie orecchie. Ma grazie alla musica e anche alla forza di una persona molto speciale che è mia madre, ho potuto sviluppare la mia testa e una versione diversa d'intelligenza. Ho trovato la chiave per una vita normale e ho così potuto sistemare tutte le altre parti della mia vita. A un certo punto non riuscivo neanche a immaginare di scrivere una lettera, adesso sto preparando un libro".

"Ci sono state tante persone che mi hanno aiutato, tanti professori che hanno totalmente cambiato la mia vita - conclude Mika -. Questo vuol dire che i talenti, la ricerca, le persone che hanno la possibilità di lavorare con queste persone sono molto importanti. Infatti, sono essenziali. Io sono il testimone che tutte queste cose funzionano. E dunque voglio mandare un messaggio di supporto e di coraggio a tutte le persone che hanno come me problemi di dislessia, ma anche a tutte le altre famiglie. Sembra una cosa impossibile da risolvere, ma non è vero. A volte sembra che sia genetica, ma anche questa è un'illusione: si può sempre sistemare".