Migranti, Europa cerca accordo. Mattarella: "Filo spinato non è soluzione". Ungheria manda l'esercito

L'Ue studia multe o rinvio per chi non accetta le quote. Merkel: "Sulla questione migranti ci si gioca il futuro dell'Europa". Bozza decisione legale Ue, Italia redistribuirà così 15600 migranti: 4027 in Germania, 3064 in Francia. L'Ungheria dice sì all'utilizzo dell'esercito sul confine con la Serbia

Ungheria: sì all'utilizzo dell'esercito sul confine serbo (Ansa)

Ungheria: sì all'utilizzo dell'esercito sul confine serbo (Ansa)

Roma, 21 settembre 2015 - Prima l'Ungheria, poi la Croazia e, infine, la Slovenia. L'emergenza migranti, il nervo scoperto della crisi, è ormai a pochi chilometri dal confine con l'Italia. La quale, secondo due allegati contenuti nella bozza della decisione legale in vista del consiglio Interni Ue straordinario di domani, redistribuirà 15600 migranti in questo modo: 4027 andranno in Germania, 3064 in Francia. Un alleggerimento necessario proprio nei giorni in cui sembra irrigidirsi la posizione della Slovenia.

LA MOSSA SLOVENA - La polizia di Lubiana ha cominciato a innalzare una barriera 'difensiva' al valico di frontiera con la Croazia di Bregana. Se si tratti di un vero e proprio muro ancora non è chiaro, ma la sostanza non cambia. A riferirlo sono i media croati e serbi. L'obiettivo è di evitare che i profughi entrino illegalmente e in modo indiscriminato nel Paese attraverso campi e boschi. La Slovenia vuole che restino in attesa nell'accampamento al confine. Proprio oggi, è giunta la notizia che Lubiana avrebbe pianificato la costruzione di due tendopoli al confine con l'Italia per ospitare i migranti che attraversano il Paese diretti verso l'Austria. Secondo Angela Merkel, che ha parlato questa mattina a Lipsia, quella sui profughi "è una questione che mette a rischio il futuro dell'Europa".

LE MOSSE UE - Intanto, filtrano indiscrezioni sulle strategie Ue per supportare l'accoglienza dei profughi. Per lo Stato membro che si trova in difficoltà a ricollocarli, gli ambasciatori dei 28 (Coreper) stanno prendendo in considerazione due opzioni. Secondo quanto spiegano fonti Ue si pensa al pagamento di 6.500 euro a profugo, ma fino ad un massimo del 30% del totale della quota da ricollocare. L'altra possibilità in discussione è permettere al Paese che lo chiede di ritardare i ricollocamenti di sei mesi. Francia e Germania sono contrari alla prima possibilità.  Domani, al Consiglio degli Interni Ue, il confronto promette di essere serrato. I 54 mila profughi che, secondo la proposta iniziale, avrebbero dovuto lasciare l'Ungheria, chiamatasi nel frattempo fuori dalle quote, sono per il momento "congelati" e solo in un secondo momento si stabilirà quali saranno i Paesi da "alleggerire". Una delle ipotesi è che, in mancanza di decisioni entro qualche mese, allora ne beneficeranno le stesse Italia e Grecia. Quanto al numero complessivo, resta fissato in 120mila e su questo si cerca ancora il modo di arrivare a un consenso, senza ricorrere al voto a maggioranza qualificata. Restando da vincere le resistenze di Repubblica ceca, Slovacchia e Romania, mentre la Polonia si è detta disponibile anche ad accogliere piu' migranti di quanti ne preveda il sistema delle quote, purche' l'Ue garantisca impermeabilita' delle frontiere e sicurezza.

BLOCCATA MARCIA DI MIGRANTI - Un'altra marcia di migranti che cercavano di raggiungere l'Europa a piedi dalla Turchia è stata bloccata stamane proprio fuori da Istanbul: circa 700 persone, in gran parte siriane tra le quali anche donne e bambini, erano partiti dal centro di Istanbul verso Edirne, distante 250km, alla frontiera greco-turca.

L'UNGHERIA: ARMI UTILIZZABILI CONTRO I CLANDESTINI - L'Ungheria, dal canto suo, continua a inasprire le sue misure interne. Il Parlamento ha approvato con una maggioranza dei due terzi un provvedimento che dà ad esercito e polizia maggiori poteri per impedire ai migranti clandestini di varcare il confine, compresa la possibilità di usare le armi. La legge, che si aggiunge a quella varata qualche settimana fa che rende l'attraversamento illegale del confine un reato punibile con il carcere, consente all'esercito di partecipare ai controlli di confine, di limitare le libertà personali e di usare le armi se questo non mette a rischio vite umane. Presentando la legge in parlemnto il premier di destra Viktor Orban ha detto che i migranti stanno "invadendo" l'Europa e i confini e lo stile di vita del Vecchio Continente sono in pericolo. "Ci stanno invadendo, non battono semplicemente alla porta, stanno abbattendo la porta e ci stanno schiacciando al di sotto" ha detto Orban. "i nostri confini sono in pericolo, il nostro stile di vita costruito sul rispetto della legge, in Ungheria e nel resto d'Europa, è in pericolo" ha detto Orban. "L'Europa non ha solo aperto le porte, ha anche mandato un invito... l'Europa è ricca ma debole, è la combinazione peggiore, l'Europa deve essere più forte per difendere i suoi confini". 

Inoltre anche il governo ungherese, dopo la bufera sollevata dalla Danimarca qualche settimana fa, ha cercato di dissuadere i rifugiati siriani in Libano ad entrare nel suo territorio pubblicando annunci in arabo e in inglese sui quotidiani del Paese dei Cedri. "Gli ungheresi sono ospitali, ma sono state prese iniziative severe contro quelli che entrano in maniera illegale in Ungheria", si legge nell'annuncio a tutta pagina pubblicato su vari quotidiani. Il testo spiega che l'attraversamento illegale delle frontiere "è un reato punito con il carcere" e chiede ai rifugiati di "non affidarsi ai trafficanti". "L'Ungheria non permetterà ai migranti clandestini di attraversare il suo territorio", insiste ancora l'annuncio. 

MATTARELLA - L'intricatissima situazione Europa-migranti è stata commentata a fine giornata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per il capo dello Stato il filo spinato al confine non è la soluzione. Con i flussi migratori "siamo di fronte a fenomeni epocali di dimensioni immense che vanno affrontati con scelte lungimiranti - ha detto Mattarella parlando di fronte a dieci capi di Stato dell'Ue -. Non è possibile farlo con la chiusura delle frontiere e il filo spinato". Di fronte a questi flussi, secondo l'ex ministro della Difesa per i governi D'Alema II e Amato II, "bisogna abbattere le paure, non si possono affrontare i problemi con gli strumenti del passato".