Martedì 16 Aprile 2024

Due tendopoli al confine con l’Italia. Rischio invasione dalla Slovenia

Emergenza profughi: da Alfano i questori di Trieste, Udine e Gorizia

Migranti premono al confine tra Croazia e Slovenia, molto vicino all'Italia (Afp)

Migranti premono al confine tra Croazia e Slovenia, molto vicino all'Italia (Afp)

Roma, 21 settembre 2015 - Non è un’intenzione, è un piano. La Slovenia realizzerà due tendopoli per ospitare i migranti che attraversano il Paese diretti verso l’Austria al confine con l’Italia. Saranno centri di accoglienza mobili. Le due tendopoli saranno impiantate a ridosso della nostra frontiera. Le località indicate dalle autorità slovene sono Punta Grossa, che sul versante italiano corrisponde a Lazzaretto (Trieste), e l’altra è Sezana, nei dintorni del confine di Fernetti, sempre a Trieste. Quello che non viene detto ufficialmente ma che è facile intuire è l’obiettivo: qualora l’Austria mantenesse lo sbarramento alle frontiere con la sospensione di Schengen già annunciata, i migranti sceglierebbero di riversarsi in Italia per provare altre strade verso la Germania. Gli stranieri, dopo l’identificazione, hanno libertà di movimento. Sicuramente non è un caso che, senza troppa pubblicità, il Comune di Trieste in accordo con Regione e prefetto, stia allestendo un centro di accoglienza nell’ex struttura della polizia di Lazzaretto. E non appare casuale, allo stesso modo, che proprio oggi i questori di Trieste, Udine e Gorizia saranno a Roma per essere ricevuti dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano. È il quadro che si va delineando in un’altra giornata segnata dall’esodo che punta verso il cuore dell’Europa mentre Gianni Torrenti, assessore regionale all’Immigrazione del Friuli, prova a rassicurare: "Nessuna pressione e comunque il Viminale ha inviato forze di polizia di rinforzo".

La Slovenia è già al limite e non riesce a gestire i flussi che crescono di giorno in giorno. La polizia dispone di mezzi limitati e il governo ha deciso di non impiegare militari. Di qui, probabilmente, l’idea di 'appoggiarsi' all’Italia che assorbe da tempo le ondate portate dal mare. Ma anche da noi, soprattutto in Friuli Venezia Giulia, esiste un problema di controllo del territorio ed è per questo che c’è grande agitazione tra gli uomini delle forze dell’ordine che negano di aver avuto i 'rinforzi' di cui parla l’assessore. Fino al 2007 nell’area frontaliera di zona operavano 260 uomini della Polizia di frontiera. Oggi, dopo l’abolizione dei confini in base ai trattati europei, quegli uomini sono diventati 110 e si occupano di pattugliare il 'retrovalico', come si dice in gergo. Ma gli esempi che porta Lorenzo Tamaro, segretario provinciale del Sindacato autonomo di Polizia (Sap), sono molti. "A Opicina, per dire, il commissariato ha perso la metà degli uomini e la situazione è tale da non poter garantire l’uscita delle Volanti. Questa emergenza richiede ben altre forze". Da Tamaro, dunque, una richiesta che il Sap ha più volte inoltrato al Viminale: la sospensione di Schengen come deciso da altri Stati europei e come attuato dall’Italia stessa, in passato, in particolari occasioni come il G8 dell’Aquila.

L’ansia deriva anche dal fatto che l’Italia è costretta a far fronte agli arrivi via mare e aprire un secondo fronte critico rischia di mandare in tilt completamente il sistema. Proprio come si aspettava che accadesse Gianni Tonelli, segretario nazionale del Sap, che oggi non ama vestire i panni della Cassandra. "Ma l’avevamo detto, pubblicamente e privatamente al ministro Alfano. Continuare a smantellare l’apparato di sicurezza procedendo a suon di tagli, è stata un’operazione da irresponsabili. E adesso ci troviamo a dover affrontare serissimi problemi. Non posso che dire: auguri alla Serracchiani ma anche a tutti noi".