Giovedì 18 Aprile 2024

MEZZOGIORNO DI FUOCO A ROMA

Paolo Franci MEZZOGIORNO di fuoco. Il titolo del derby romano, dal prossimo anno è già lì, firmato dal Viminale. Mai più di pomeriggio il match serale era già vietato da tempo mai più di lunedì o sabato. Soltanto alla domenica e a un orario insindacabile, le 12. Il punto focale della decisione non è negli episodi di violenza e gli incidenti, peraltro contenuti lunedì. L'indicazione arriva dopo che la città, a causa delle misure straordinarie varate per il derby, si è ritrovata in ginocchio, paralizzata da traffico e caos. Ancora oggi, è difficile capire come possa essere stata accolta e poi messa in atto la decisione di spostare la partita al lunedì e, ancor peggio, di fissarne l'orario alle 18 di un giorno feriale. Se poi si riflette sul fatto che il motivo era il giorno in più di riposo preteso dalla Lazio dopo la finale di Coppa Italia... Mentre Roma si dibatteva nel caos, nei pressi dell'Olimpico, andava in scena un inedito inquietante. Il fenomeno di internazionalizzazione del mondo ultras, facilitato dai social network in particolare, ha mostrato la sua faccia nella capitale, per la prima volta con evidenza impressionante. Facce da mettere paura, le poche che non erano nascoste dai passamontagna azzurri. Tatuaggi inequivocabili, saluto romano, divisa' maglia azzurra e pantaloni blu al ginocchio e quel gemellaggio con i tifosi della Lazio nato a Varsavia, quando gli ultras del Wisla Cracovia si fecero in quattro per aiutare gli oltre 200 laziali arrestati in occasione del match di Europa League. Quei cappucci azzurri' sei dei quali fermati la notte prima della partita con passamontagna ed armi e rispediti a casa) aiutarono gli ultras biancocelesti, li ospitarono, fecero da interpreti con la polizia. E lunedì, giorno del derby, si sono presentati in cinquanta per rafforzare il gemellaggio. In mezzo a loro, per non farsi mancare nulla, c'erano anche ultras bulgari, greci, inglesi. Saluto romano, slogan d'estrema destra, sciarpe giallorosse bruciate durante il corteo minaccioso per raggiungere la Curva Nord. Una piccola marcia su(lla) Roma insomma, mentre saliva la tensione per i possibili scontri nei pressi dello stadio. Alla fine, per rinverdire l'ignobile tradizione della puncicata' (la coltellata, alla romana), anche due colpi di lama non nel buio, ma in pieno giorno nei pressi dello stadio. «Con la fine del campionato faremo il punto sul futuro con le leghe e le società per fare delle scelte che tengano fuori i violenti dagli stadi e facciano sempre di più tornare le famiglie», spiega il ministro dell'Interno Angelino Alfano, interpellato su derby a mezzogiorno. «Tolleranza zero», tuona il presidente del Coni Giovanni Malagò, mentre il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, sottolinea come un derby alle 12 sia «una sconfitta per il sistema calcio». Alla fine, è evidente come la stessa Lega e le istituzioni cittadine, decidendo per il posticipo del derby, abbiano creato le condizioni per quella che Beretta oggi definisce una «sconfitta»: il derby da mezzogiorno di fuoco.