Max Mara lancia il nuovo Whitney Museum firmato Renzo Piano

NEW YORK - Quattromila invitati attesi al party di inaugurazione della nuova sede del museo newyorkese: parata di vip. In vendita una bag in edizione limitata che riproduce le nervature della costruzione

Renzo Piano, Milly Piano, Luigi Maramotti

Renzo Piano, Milly Piano, Luigi Maramotti

Dall'inviato Eva Desiderio

New York, 23 aprile 2015 - Max Mara entra nella storia della cultura internazionale sponsorizzando la serata di inaugurazione domani sera per l'apertura (il primo maggio e al pubblico gratuitamente il 2) del nuovo Whitney Museum nel Meatpacking District in Downtown, costruito su progetto di Renzo Piano. Attesi 4000 invitati al party di inaugurazione e flash puntati su una star come Sarah Jessica Parker e tanti altri vip newyorkesi. Ad accoglierli il presidente del Gruppo Max Mara Luigi Maramotti con la moglie Michela Dall'Aglio, sua sorella Maria Ludovica Maramotti presidente di Manifatture del Nord col marito Giuseppe Prezioso e la loro primogenita Maria Giulia Prezioso Maramotti retail manager per Max Mara in tutta l'America.

"Il rapporto della mia famiglia col Whitney dura da una vita, spesso abbiamo prestato alcune opere della nostra Fondazione per la Biennale del museo - spiega Luigi Maramotti - e sono stati loro del museo a dirci che stavano progettando questa nuova sede fatta di luce, tra il cielo e il fiume. Ho capito che era importante per New York creare un magnete culturale in questa zona della città e ci abbiamo messo cinque minuti a dire di si soprattutto perché questo e un progetto italiano, come noi. Anche se Renzo Piano è un asset del mondo le sue radici restano italiane. Ci assomigliamo perché anche le collezioni Max Mara non hanno bandiera, sono internazionali, appartengono al mondo come la creatività che non si può ghettizzare a livello nazionale" conclude il presidente Maramotti.

E questi eventi newyorkesi rappresentano anche l'omaggio del Gruppo all'Expo. "Tutti vengono a Milano e noi siamo venuti qui a NY come tanti nostri emigranti nella storia, il rapporto tra l'Italia e questa città' e antico e molto bello". Il momento storico dell'inaugurazione del nuovo Whitney Museum coincide anche col lancio mondiale della Whitney Bag design By Renzo Piano Building Workshop, "un oggetto d'arte che contiene tutti i valori del brand" come racconta con orgoglio Luigi Maramotti: un progetto in tandem tra i tecnici i modellisti e gli artigiani di Max Mara e il gruppo di lavoro del famoso architetto guidato dalla dottoressa Elisabetta Trezzani che ha riprodotto nella bag le nervature della facciata di questa magnifica costruzione. Whitney Bag, design by Renzo Piano Building Workshop

"La storia di questa nostra borsa non nasce perché noi volevamo vendere una borsa progettata da una grande firma dell'architettura ma perché volevamo realizzare qualcosa che restasse nella storia. Ed abbiamo dimostrato che il saper fare non e solo nel pensiero ma anche nell'esecuzione" conclude Maramotti. Che ha conosciuto il grande architetto ("mi piace chiamarlo così più che senatore!") solo ieri, con lui ha parlato della passione per le barche, ammirando il prototipo della borsa che sfoggiava al braccio la moglie di Piano, Milly. Della bag ne verrà prodotta una limited edition in soli 250 pezzi in vendita al Museo e in alcuni nei negozi Max Mara nel mondo, e il ricavato delle vendite andrà alla Fondazione Piano che sostiene progetti di studenti e giovani creativi. Poche ore fa durante la presentazione del nuovo Whitney alla stampa Renzo Piano ricordando la sua italianità ha detto di preferire di chiamare "piazza" la lobby tutta a vista al pian terreno. "E' uno spazio largo, dove la gente si incontra e dialoga con la città e col fiume Hudson. L'arte come la storia ci rende liberi!", ha detto il visionario Piano ringraziando tutte le migliaia di maestranze che hanno lavorato con lui.