Martedì 16 Aprile 2024

Maturità, la traccia di greco del classico e la traduzione

Versione di Isocrate per gli studenti del liceo classico. Ecco il testo del Miur, la traduzione e il commento

Maturità 2016 (Ansa)

Gli studenti si preparano alla prova scritta di italiano per gli esami di maturità al Liceo Scientifico statale Amaldi a Tor Bella Monaca, Roma, 22 giugno 2016. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Roma, 23 giugno 2016 - Gli studenti del liceo classico alle prese con la maturità, quest'anno, nella  seconda prova, si sono dovuti cimentare con un versione di greco tratta dal discorso 'Sulla pace' di Isocrate (paragrafi 34-35-36).

Pubblicato nel 356 a.c, si tratta del primo discorso che Isocrate fa sulla politica interna. "Isocrate - si legge nella traccia della seconda prova - esorta i suoi concittadini a non cadere nella trappola dell'ingiustizia. Chi viola le norme si illude di trarne un vantaggio immediato ma alla lunga finisce in rovina". Ecco la traccia:

 

 

 

LA TRADUZIONE

Questo io vedo: a chi sceglie l’illegalità, e crede che niente sia bello come portar via un bene altrui, capita come ai pesci che abboccano all’amo: all’inizio si godono quel che hanno preso, ma poi, in un attimo, finiscono malissimo. Chi fa invece una vita giusta e onesta passa tranquillo i suoi giorni presenti, e su tutto il tempo che gli è dato nutre più dolci speranze. E anche se non va sempre così, è però così che generalmente succede. E visto che non possiamo avere sotto gli occhi quel che via via tornerà utile, chi è intelligente deve dar mostra di scegliere quel che torna utile più spesso. Pertanto, è il più stupido dei ragionamenti quello di chi pensa che la legalità sia una cosa in sé più bella dell’illegalità, e più cara agli dèi, ma crede che chi la pratica vivrà peggio di chi ha scelto il malaffare. Mi piacerebbe che convincere chi mi ascolta a praticare il bene fosse facile quanto è bello farne l’elogio; ma ho paura che stiamo parlando al vento. Sì, perché è fin troppo tempo che siamo rovinati da persone che sanno solo imbrogliare; persone che hanno ormai del popolo un disprezzo tale che, quando si tratta di decidere una guerra, loro intascano i soldi, e intanto hanno la faccia tosta di dirci che dobbiamo fare come i nostri padri, che non possiamo tollerare d’essere presi in giro e permettere di navigare a chi si rifiuta di pagarci le tasse.

 

IL COMMENTO

Più classico di così! Quest’anno, c’è da credere, non sentiremo polemiche sulla scelta dell’autore: Isocrate (436-338 a.C.) è tanto radicato nel canone scolastico da suggerire a studentesse e studenti che la sua prosa sia la prosa greca tout court (un po’ quel che succede per il latino di Cicerone). Il passo, che proviene dall’orazione «Sulla pace» (355 a.C. ca.), non avrà causato troppe difficoltà: solo un paio i punti sintatticamente più ostici, dove però dovrebbe aiutare la logica; nel complesso, aria di casa. La specialità di Isocrate era in effetti la banalità: concetti generici e valori astratti (quanta "giustizia" e quante "virtù" popoleranno le versioni di quest’oggi!) sciorinati in seriosi esercizi destinati - non dimentichiamolo - non ai concittadini in assemblea, ma agli allievi nella scuola. L’«eredità di Isocrate», come la chiamava uno storico illustre (Moses Finley), consiste appunto nell’insieme di slogan e parole-chiave che ben poco conservano della loro origine tutta politica e tutta di classe (la dikaiosyne, la areté, la poneria, etc.). Anche il taglio del passo rincara l’impressione di una retorica senza tempo, buona per tutti gli usi dell’anti-politica, e ovviamente non è mancato chi ha definito "attuale" la versione; solo il finale avrà spiazzato qualche maturando, perché qui trapela improvvisa la realtà storica del periodo (le «tasse» di cui si parla sono i tributi che gli alleati di Atene devono versare alla loro tirannica città- leader, appena uscita dalla sua ennesima "guerra sociale").

 

Traduzione e commento a cura di 

FEDERICO CONDELLO - BRUNA PIERI

Alma Mater Studiorum-Università di Bologna

Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica

Centro Studi 'La permanenza del Classico'