Venerdì 19 Aprile 2024

Marò, dai pescatori uccisi alla sentenza di Amburgo: tutte le tappe

Tutto comincia il 15 febbraio 2012, quando due pescatori indiani vengono uccisi al largo delle coste di Kerala

25 febbraio 2012, la petroliera Enrica Lexie, ancorata nel porto di Kochi dopo arresto marò (Ansa)

25 febbraio 2012, la petroliera Enrica Lexie, ancorata nel porto di Kochi dopo arresto marò (Ansa)

Roma, 24 agosto 2015 - L'odissea dei due marò italiani in India si trascina ormai da tre anni e mezzo. Queste le tappe salienti della vicenda che ha aperto un contenzioso tra Roma e New Delhi:

15 febbraio 2012: due pescatori indiani vengono uccisi dagli spari che li centrano a bordo della loro barca al largo delle coste del Kerala. Della loro morte vengono accusati i due marò in servizio anti-pirateria sulla petroliera Enrica Lexie, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fermati il 19. Ne nasce uno scontro con l'Italia sulla giurisdizione del caso. -

18 gennaio 2013: la Corte Suprema indiana stabilisce che il governo del Kerala non ha giurisdizione sul caso e lo affida a un tribunale speciale da costituire a New Delhi.

21 marzo 2013: il governo italiano annuncia che i due marò rientreranno in India al termine di una licenza concessa per permettergli di votare, dopo le fortissime pressioni di New Delhi seguite a un precedente annuncio che non sarebbero tornati. In cambio e' stata ottenuta da New Delhi assicurazione scritta sul trattamento sulla tutela dei diritti dei due militari e sul fatto che e' esclusa la pena di morte. Il dietrofront portera' alle dimissioni per protesta del ministro degli Esteri, Giulio Terzi.

25 marzo 2013: a New Delhi viene costituito il tribunale "ad hoc" per giudicare i due militari. Latorre lancia un accorato appello ai politici italiani: "Unite le forze e risolvete questa tragedia".

28 marzo 2014: la Corte Suprema indiana accoglie il ricorso presentato dai due fucilieri italiano contro il coinvolgimento nel caso della Nia, la polizia antiterrorismo, dopo che e' stato escluso il ricorso alla legge antipirateria. I giudici sospendono il processo a carico dei marò presso il tribunale speciale. Nel frattempo l'Italia punta a internazionalizzare il caso e sollecita un arbitrato sulla giurisdizione, invocando anche l'immunita' funzionale di cui godevano i due militari.

31 agosto 2014: Massimiliano Latorre viene ricoverato in un ospedale di New Delhi a causa di una leggera ischemia cerebrale. A metà settembre, gli viene concesso un permesso di 4 mesi per curarsi in Italia. Rientro previsto il 12 gennaio.

5 gennaio 2015: Latorre viene operato per un'anomalia cardiaca. Il 14 gennaio la Corte Suprema indiana gli concede una proroga di 3 mesi di permanenza in Italia. Una seconda proroga di 3 mesi gli viene concessa il 9 aprile, estendendo cosi' il periodo di convalescenza in patria fino al 15 luglio.

15 gennaio 2015: il Parlamento europeo approva una risoluzione sul caso marò nella quale si chiede in particolare il rimpatrio dei due fucilieri e l'auspicio che il giudizio per risolvere il contenzioso sia affidato alla giurisdizione italiana o tramite arbitrato internazionale. Il governo indiano la definisce inopportuna.

26 giugno 2015: l'Italia attiva l'arbitrato internazionale di fronte all'impossibilita' di arrivare a una soluzione per via negoziale diretta con l'India. Roma chiede misure che consentano la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in patria di Girone durante l'iter della procedura arbitrale.

13 luglio 2015: la Corte Suprema prolunga di sei mesi il permesso per Latorre di restare in Italia per le cure mediche. Fissata un nuova udienza il 26 agosto quando il governo di New Delhi dovrà  presentare un rapporto ufficiale sul caso.

24 agosto: il Tribunale internazionale del Mare ordina a Italia e India di sospendere qualsiasi procedura e astenersi dall'avviarne altre, respingendo la richiesta italiana di misure temporanee. La decisione passa al Tribunale arbitrale dell'Aja a cui appartiene la sentenza nel merito.