Venerdì 19 Aprile 2024

Pannella, gli errori di un grande

PER FORTUNA Pannella non c’è più. Per fortuna, perché chissà cosa avrebbe detto di tutto il bene che hanno detto di lui, ora che è morto. Dio ce ne scampi. Avrebbe fatto la cosa che gli è sempre riuscita meglio nella vita, e nella politica: mettersi contro. Insomma. Se potesse parlare, forse sarebbe l’unico che parlerebbe male di sé. Almeno un po’. Anche per questo lo rimpiangeremo. Perché il coro non avrà più la sua stecca più intonata. Il suo acuto più fuori tempo. Il tenore che manda a quel paese la platea che applaude, e applaude il loggione che lo fischia. Perché da oggi, ancora di più, a vincere sarà, fuori dalle grida giustizialiste, una stucchevole melassa. Come quella che ha avvolto il corpo di questo leone e lisciato la sua criniera bianca. Una beatificazione a tumulazione quasi avvenuta, a cui molto probabilmente si sarebbe ribellato. Imbavagliandosi. O meglio chiudendosi le orecchie, per non sentire parlare di un uomo che non era lui, o che lo era solo in parte. Perché, forse è bene ricordarsi come lui stesso si definiva anni fa: ...Io sono un cornuto divorzista, un assassino abortista, un infame traditore della Patria con gli obiettori,

un drogato, un perverso pasoliniano, un mezzo-ebreo mezzo-fascista, un liberalborghese esibizionista, un nonviolento impotente…

CERTO, con il passare del tempo, tutto cambia. Ma l’anima di questa quercia, in fondo non è mai cambiata, neppure con la vicinanza ai Papi sui temi dei migranti e dei carcerati. Che non fanno di lui il santo laico, tardivamente convertito, che in tanti hanno voluto dipingere. Allora Marco, per favore, fai finta di non sentirli. Perché è vero il ritornello politico mediatico che sentiamo da ieri: senza di lui l’Italia non sarebbe così. Verissimo. Intuizione, modernità, coraggio, la forza di un autentico pensiero liberale. Ma personalmente, ad esempio, sono ben contento che l’Italia non sia quella dello spinello libero. E forse Pannella avrebbe avuto piacere che qualcuno glielo dicesse in viso, anche adesso che è freddo e immobile come il marmo. Peccato. A una prima donna come lui sarebbe piaciuta la processione laica di fronte al suo feretro. Ma questo brusio mieloso del Palazzo lo avrebbe infastidito. Addio Marco, vogliamo ricordarti com’eri. Il grande uomo che ha cercato di cambiare il Paese. Ma che in qualche caso, per fortuna, non c’è riuscito.