Sabato 20 Aprile 2024

Svolta marò, l’Aja ci dà ragione. "Girone deve tornare a casa"

Ok del tribunale arbitrale. Ma Delhi frena: vogliamo certezze

Salvatore Girone (Ansa)

Salvatore Girone (Ansa)

ROMA, 3 MAGGIO 2016 - BASTA con l’India. Basta fare l’ostaggio di un sistema giudiziario inefficiente e di un inconcludente braccio di ferro tra Stati. Dopo quattro anni kafkiani Salvatore Girone vede la luce: potrà tornare a casa e rimanerci fino alla fine dell’arbitrato. Ma il quando lo decideranno gli indiani. E ci potranno volere settimane o, più probabilmente, mesi. Al massimo tre.  Il Tribunale arbitrale istituito all’Aja per i caso dei due fucilieri di marina di scorta alla petroliera Enrica Lexie, accusati di avere ucciso due pescatori indiani nel 2012, ha deciso, accogliendo le richieste dell’Italia. «Una notizia straordinaria, un passo avanti davvero significativo», ha commentato il premier Matteo Renzi dopo aver chiamato al telefono Girone da Firenze dove si trovava per l’incontro con il collega giapponese Shinzo Abe. La sua esultanza è condivisa dal Paese intero, su tutti il presidente Sergio Mattarella, ma soprattutto dai familiari di Girone: «Sono strafelice», sono state le prime parole a caldo di papà Michele. «Ringrazio le persone che si sono impegnate per questa vicenda. Ora voglio soltanto attendere Salvatore qui», ha detto la moglie Vania Ardito.   LA SVOLTA è stata possibile dopo un intenso lavoro diplomatico della Farnesina sia su Nuova Delhi che sui Paesi (Russia, Corea e Giamaica) che, oltre a Italia e India, esprimono i giudici del collegio, la corte ha deliberato all’unanimità che Salvatore Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale avviato nel 2015, e la cui fine è prevista entro il 2018.  L’India avverte però, per bocca del portavoce del ministero degli Esteri Vikas Swarup, che «il tribunale ha lasciato alla Suprema Corte indiana il potere di stabilire le precise condizioni per l’allentamento della libertà provvisoria dietro cauzione di Girone, che per tutto il periodo dell’arbitrato rimarrà vincolato all’autorità della Corte Suprema». «Spetta alla Corte Suprema – sottolinea una nota in otto punti del ministero degli Esteri indiano – il potere di stabilire le condizioni precise per il rientro. Queste potrebbero includere l’obbligo di firma presso un’autorità in Italia designata sempre dalla Corte Suprema indiana, la consegna del passaporto alle autorità italiane e il divieto di lasciare il Paese senza permesso dello stesso organismo giudiziario indiano». L’autorità direttamente responsabile della reperibilità di Girone sarà presumibilmente il suo comandante alla Brigata Marina San Marco. Ma anche su questo bisognerà trattare con gli indiani, che hanno tre mesi di tempo per attuare le disposizioni della corte.    LA FARNESINA annuncia che «avvierà immediatamente le consultazioni con l’India affinché siano in breve tempo definite e concordate le condizioni per dare seguito alla decisione del tribunale arbitrale» e «sottolinea che la decisione odierna del tribunale relativa alle misure richieste dall’Italia in favore del sergente Girone non influisce sul prosieguo del procedimento arbitrale, che dovrà definire se spetti all’Italia o all’India la giurisdizione sul caso della Enrica Lexie». «La Corte ci ha dato ragione. E sono convinto – ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni – che quando si entrerà nel merito ci darà di nuovo ragione. Alla fine le ragioni di Latorre e Girone, le ragioni dell’Italia, prevarranno. Ci vorrà un po’ di tempo ma prevarranno».    TUTTI i partiti sono soddisfatti. «Il rientro è il risultato della coesione tra maggioranza e opposizione» osserva il presidente ella commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini. Forza Italia concorda mentre M5S è felice ma chiede di «non dimenticare gli errori commessi dalla Farnesina» e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia chiosa: «Dopo 4 anni di vergogna mi auguro che la farsa sia finita». Non ancora. Non lo sarà prima di giugno, e forse diverse settimane oltre. E questo solo per riavere a casa Salvatore. Per la verità serviranno ancora anni.