Sabato 20 Aprile 2024

Dalla Sant'Anna di Pisa arriva la mano bionica sensibile al tatto, morbida e leggera / VIDEO

È stata ideata e realizzata in Italia, nell'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa

La mano bionica dell''Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa (SSSP)

La mano bionica dell''Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa (SSSP)

Roma, 13 aprile 2015  - Arriva la mano bionica bella come un'opera di design, controllata col pensiero e in grado di restituire il tatto: è la prima al mondo di questo tipo. Più economica delle mani bioniche attuali, viene impiantata senza chirurgia. Morbida, colorata e leggera, sembra la mano di un robot. 

È stata ideata e realizzata in Italia, nell'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ed è frutto del progetto 'My Hand', finanziato con oltre 400.000 euro dal ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca. 

Grazie al suo cuore 'hi-tech' la mano è molto flessibile, al punto di permettere tutti i movimenti della vita quotidiana. Per i ricercatori è il prototipo delle protesi del futuro, capaci di trasformare il pensiero in movimento. "Questa volta abbiamo deciso di partire dall'involucro della mano robotica e per questo ci siano rivolti a dei designer, con l'obiettivo di ottenere per la prima volta un arto artificiale da esibire e non da nascondere", spiega il coordinatore del progetto, Christian Cipriani. Il risultato del progetto My-Hand (Myoelectric-Hand prosthesis with Afferent Non-invasive feedback Delivery) è quindi una mano "che non somiglia a quella umana: è la mano di un robot ed è bella da vedere", dice ancora Cipriani. 

La prima, aggiunge, sarà sui toni del bianco. Gusci di silicone, morbidi all'interno e più rigidi all'esterno, formano le dita e avvolgono il palmo. Quest'ultimo è costituito all'interno da sottili lamine di titanio avvolte come un nastro di Moebius, la superficie geometrica che ha un solo lato. A far funzionare la mano è il meccanismo hi-tech che si trova al suo interno, composto da tre motori e risultato del progetto europeo 'Way', nel quale lo stesso gruppo di ricerca ha realizzato un guanto robotico, ossia l'esoscheletro di una mano per restituire il controllo del movimento delle mani. "Abbiamo pensato di utilizzare un numero minimo di motori per permettere alla mano di compiere tutti i movimenti della vita quotidiana", spiega l'ingegnere che li ha progettati, Marco Controzzi. Entro un mese potrebbe partire la sperimentazione sull'uomo, con volontari disposti a utilizzare la mano robotica a casa loro per un mese.