Venerdì 19 Aprile 2024

Zagaria, il boss contro la fiction Rai: "Chiedo 100 milioni di risarcimento"

L'ex boss del clan dei Casalesi, detenuto in regime di carcere duro a Opera, si dice "offeso e disgustato". I legali: il risarcimento andrà in beneficenza

Michele Zagaria, tra fiction e realtà

Michele Zagaria, tra fiction e realtà

Napoli, 9 novembre 2017 - Al pubblico la fiction Rai sulla cattura di Michele Zagaria è piaciuta (ha avuto il 20% di share), ma all'ex boss proprio per nulla. Anzi, si è sentito "offeso e disgustato". Tanto che, dal carcere, ha incaricato i suoi avvocati di chiedere 100mila euro di risarcimento - da devolvere in beneficenza, sottolinea - per i danni alla sua immagine causati dalla fiction "Sotto copertura 2 - La cattura di Zagaria", andata in onda sulla Rai. 

Lo rende noto l'avvocato Barbara Lettieri, dello studio legale Sartoris Lettieri di Cuneo, che assiste l'ex boss del clan dei Casalesi, detenuto in regime di carcere duro nel carcere di Milano-Opera. 

Ecco una clip della serie tv Rai: 

"Dopo avere visto la prima puntata della fiction - ricostruisce l'avvocato Barbara Lettieri - abbiamo chiesto alla Rai di sospendere la trasmissione. Non si può mandare in onda una fiction che offende la verità. Abbiamo ricevuto risposta negativa e, quindi, abbiamo presentato un ricorso cautelare al Tribunale di Roma che ha fissato l'udienza per il prossimo 28 novembre". Dopo la fine della serie tv si è scatenata una lite tra i familiari del capoclan, la società produttrice Lux Vide e la Rai.

Nella serie, il personaggio di Zagaria era interpretato dall'attore Alessandro Preziosi, che ha raccontato di essersi ispirato nell'interpretazione del latitante dei Casalesi a quella offerta da Ben Gazzarra per il film "Il camorrista" del premio Oscar Giuseppe Tornatore, ispirato alla figura di Raffaele Cutolo. Nel vecchio film però, Cutolo non veniva mai citato, si parlava di un tal 'professore di Vesuviana', mentre nella fiction terminata lunedì l'unico nome reale era proprio quello di Zagaria, mentre sono stati usati nomi di fantasia per gli altri protagonisti della vicenda, ad iniziare dall'ex capo della Mobile Vittorio Pisani.

Nella lettera i legali "intendono precisare che ciò che viene narrato non è assolutamente realistico e molti sono i particolari inventati dagli sceneggiatori: uno fra tutti, e forse il più grave, quello che dipinge Michele Zagaria come un uomo attratto sessualmente dalla giovane figlia della famiglia che per anni lo ha ospitato: cosa che ha profondamente offeso e disgustato il nostro assistito". Gli avvocati si domandano poi "fin dove si può spingere la finzione?". 

All'indomani della messa in onda, il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta aveva sottolineato che si tratta di "una operazione editoriale importante, di grande valore per il servizio pubblico". La serie, per Andreatta "prende ispirazione dalla realtà di fatti e persone e svolge sull'arco seriale di quattro puntate una storia di carattere profondamente civile. Ricorda la quotidianità dell'impegno delle forze dell'ordine nella lotta contro la criminalità organizzata e per la tutela della convivenza, sia sul versante di chi guida e coordina quelle attività, sia di chi opera ogni giorno nella fedeltà anonima alla propria missione. Grazie alla forza delle sceneggiature, alla bravura e generosità di tutto il cast, alla potenza della regia e alla qualità della produzione questa serie ha raggiunto un pubblico vasto e ha ottenuto un gradimento particolare sui social media dai quali è emerso il senso valoriale del racconto, culminato nel montaggio finale delle immagini della vera cattura di Zagaria da parte della polizia. Credo - ha concluso Andreatta - sia importante sottolineare come la forza della narrazione televisiva e i valori di una società possano reciprocamente, e felicemente, alimentarsi".

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