Vigilia di Natale, la bufala della carne 'vietata' nel menù

Tutti abbiamo sempre creduto di 'dovere' mangiare pesce per il cenone del 24. Ma più che un vero precetto religioso si tratta di una consuetudine Buona vigilia di Natale, frasi e citazioni per auguri speciali Buon Natale, frasi e aforismi d'autore per auguri a effetto Pranzo di Natale 2017, ecco come decorare la tavola Avanzi di Natale, i consigli degli chef per riutilizzarli

Pesce (Fotoprint)

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Roma, 24 dicembre 2017 - Se non una bufala, sarebbe frutto di un'inesattezza la tradizione che, ogni anno, spinge milioni di Italiani a rinunciare alla carne e a scegliere il pesce per il cenone della vigilia di Natale. Si stima infatti che ben due italiani su tre (il 66%) si orienteranno, nella scelta dei menù natalizi, verso la tradizione: pesce e crostacei per la Vigilia, carni e primi della tradizione per il pranzo del 25 dicembre. Migliaia e migliaia di ricette locali e regionali sono state pensate per sopperire alla mancanza di manzo, maiale e pollo al cenone del 24, e tutto per quello che sembrerebbe essere, più che un vero e proprio precetto religioso, tutt'al più una consuetudine. Ma il tempo, si sa, trasforma e modella la lettera dei precetti e delle regole a seconda dello spirito del tempo, dando origine a nuove tradizioni, credenze e obblighi che risultano, come quello in questione, totalmente autoimposti. Esattamente come abbiamo imparato ad amare e considerare fondamentali elementi come Santa Claus o l'albero di Natale, completamente estranei alla nostra tradizione religiosa, abbiamo anche trasformato in regola ferrea quella che in realtà risulta una regola ormai superata.

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IL PRECETTO SPARITO - Ma da dove arriva, alla fine, il divieto di mangiare carne alla vigilia di Natale? Per ritrovare la menzione più recente della regola bisognerebbe spulciare vecchi faldoni vaticanifino a risalire ad un volume il cui nome stesso suona superato:  è nel Codex Iuris Canonici del 1917 che si prescrive l'astinenza dalle carni e il digiuno nelle vigilie delle feste solenni di Pentecoste, Assunta, Ognisanti e Natale.

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Come se non bastasse, il suddetto Codex Iuris Canonici del 1917 è stato rimpiazzato dalla più recente Costituzione Apostolica Paenitemini del febbraio 1966 firmata durante il pontificato di Papa Paolo VI. In quell'occasione si stabilì il digiuno per il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, e quello dell'astinenza dalla carne a tutti i venerdì dell'anno a meno che le singole conferenze episcopali non sostituiscano altre forme di penitenza, "soprattutto opere di carità ed esercizi di pietà". Visto che quest'anno la Viglia di Natale cadrà di domenica, non ci sarebbe ragione per evitare la carne. Va poi detto che anche se fosse capitata di venerdì, sarebbe comunque stato possibile consumare derivati animali come uova e latticini. C'è quindi una regola, ma non riguarda la vigilia di Natale, a meno che questa non cada di venerdì.

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Esisterebbero poi anche alcune eccezioni alle regole di digiuno per Venerdì Santo, Mercoledì delle ceneri e astinenza dalla carne tutti i venerdì. Il digiuno si applicherebbe infatti solo dai 18 ai 60 anni mentre l'astinenza comincerebbe solo a 14 anni compiuti. I più ligi ai precetti cattolici dovrebbero poi astenersi da cibi e bevande che "un prudente giudizio considererebbe come particolarmente ricercati o costosi".

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