Giovedì 18 Aprile 2024

Vuoi fare un viaggio negli USA? Prima devi dichiarare i tuoi profili social

Dal 19 dicembre, i turisti si sono trovati una nuova sorpresa nella compilazione dell'autorizzazione di viaggio negli USA: lo spazio per dichiarare gli account sui social

I controlli degli USA si sono estesi al mondo dei social - Foto: Geoff Smith / Alamy

I controlli degli USA si sono estesi al mondo dei social - Foto: Geoff Smith / Alamy

"Per favore, inserisca le informazioni riguardanti la sua presenza online", è questa la richiesta che è stata inserita all'interno del modulo Esta, l'autorizzazione di viaggio in territorio statunitense. I visitatori, quindi, prima di volare negli Stati Uniti devono dichiarare tutti i loro account sui social network. A QUALI SOCIAL NETWORK SEI ISCRITTO? La proposta è stata portata avanti a giugno e si è concretizzata martedì 19 dicembre. I viaggiatori residenti nei paesi del Programma di esenzione di visto di ingresso (c'è anche l'Italia), devono quindi compilare un modulo integrato alla classica autorizzazione online di viaggio Esta (non si tratta del visto). Su questo documento, i turisti hanno la possibilità di dichiarare il social su cui sono presenti (ci sono tutti, da Facebook e Twitter a quelli meno conosciuti), l'username e il sito web con il quale eventualmente collaborano. L'inserimento di tali informazioni è attualmente facoltativo, ma il Dipartimento di Stato per la Sicurezza interna diventerà sempre più severo. CONTRO IL TERRORISMO Il motivo riguarda specialmente il terrorismo. Molte organizzazioni di questo tipo, infatti, si organizzano, pianificano attentati e reclutano soldati anche attraverso i social. "Le informazioni faranno anche luce sui legami tra lo straniero in arrivo negli Usa e i suoi amici, fornendo un ulteriore strumento di esame ad analisti e investigatori", ha spiegato il Dipartimento. Non sono mancate, ovviamente, le polemiche sulla violazione della privacy, ma ai dati avranno accesso "solo" agenzie governative statunitensi (ed eventualmente anche straniere) in casi di necessità. Le note sulla presenza online rimangono nei database statunitensi per tre anni.