Martedì 16 Aprile 2024

Cosa vedere a Taormina, la città che ospita il G7

Dal teatro greco-romano al Duomo, fino a Palazzo Corvaja, ecco le magnificenze storiche che allieteranno i capi di stato riuniti a Taormina

Taormina, piazza IX Aprile – Foto: helovi/iStock

Taormina, piazza IX Aprile – Foto: helovi/iStock

Migliaia fra poliziotti, carabinieri e militari pattuglieranno Taormina per garantire la sicurezza del G7 che si tiene il 26 e 27 maggio. La città siciliana, uno scrigno di bellezza, offrirà ai capiti di stato di Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Stati Uniti e Canada un patrimonio culturale e paesaggistico che tutto il mondo invidia. Ecco alcuni luoghi che vale la pena di visitare, terminato il periodo del G7, così da potersi muovere con maggiore agio. IL TEATRO GRECO-ROMANO Spettacolare e magnificamente conservato, è stato edificato in età ellenistica (III secolo a.C.) e quasi interamente rifatto in epoca romana (II secolo d.C.). Ancora oggi è possibile ammirare i cospicui resti della scena e gli imponenti locali ai lati per gli attori e gli arredi. La posizione del teatro consente di ammirare un panorama grandioso, che nelle giornate più limpide consente di spingere lo sguardo fino alla Calabria. Per ripararsi dal sole battente, alle spalle della cavea, cioè la gradinata per gli spettatori, c'è un piccolo boschetto. IL DUOMO DI TAORMINA Ha una lunga storia, che affonda le radici in epoca romana, quando l'edificio venne edificato verosimilmente su un preesistente luogo di culto pagano. Dedicata a San Nicola di Bari, è stato rifatto nel corso dei secoli: ora rimanda all'epoca medievale, con le sue forme austere, ingentilite dal marmo rosa di Taormina con il quale sono state costruite le colonne che sorreggono la navata centrale. Di particolare pregio sono il portale quattrocentesco sul fianco sinistro e il portale cinquecentesco sul quello destro. PALAZZO CORVAJA Risale ai secoli XI-XV ed è immediatamente riconoscibile grazie alla severa fronte merlata e al portale gotico-catalano nel fianco sinistro. Il nucleo originale del palazzo è dovuto alla fortificazione della città di Taormina, avvenuta durante l'occupazione araba, e ai successivi ampliamenti effettuati alla fine del XIII secolo. Alla fine della seconda guerra mondiale, Palazzo Corvaja versava in condizioni di semiabbandono ed era stato occupato da alcune famiglie in cerca di riparo. Il lungo restauro avviene ad opera dell'architetto napoletano Armando Dillon, incaricato anche di restaurare il Duomo di Taormina.