Giovedì 18 Aprile 2024

Salvador de Bahia, la città con la festa dentro

La città brasiliana è il cuore del paese, e il Pelourinho è il suo centro emozionante, dove entrare in contatto con le radici africane e farsi travolgere dalla cultura della musica, del cibo e della festa sfrenata

Un ballerino di capoeira per le strade di Bahia - foto felipefrazao istock

Un ballerino di capoeira per le strade di Bahia - foto felipefrazao istock

Se Rio de Janeiro è la 'ciudade maravilhosa', Salvador de Bahia è 'il' Brasile. Il cuore romantico di un paese gigantesco, una città che ne contiene tante altre, un'immersione nella musica e nella cultura più autentica di questo paese. E il posto dove vivere il Carnevale più bello del Sudamerica. Ecco perché scegliere la capitale dello stato di Bahia e cosa fare per le sue strade. IL PELOURINHO Salvador (o Bahia, come viene chiamata dai locali) è il cuore africano del Brasile e trasuda cultura e tradizioni afro da tutti i vicoli. Lo si capisce subito appena arrivati: i profumi, la musica, le persone e il loro stile nell'abbigliamento raccontano un passato di colonialismo, immigrazione forzata, schiavismo, ma anche lotte per l'affrancamento e un gusto per la festa sfrenata. Il centro storico è il Pelourinho, un dedalo di strade irregolari che si inerpicano su e giù per le colline della città, talmente bello, misterioso e intrigante che l'Unesco nel 1985 lo ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità in tutta la sua estensione, stanziando i fondi per la sua restaurazione. Per raggiungerlo si prende l'Elevador Lacerda, un ascensore che parte dal Mercado Modelo (il mercato permanente, assolutamente da vedere ) e sale fino alla Praca Thomé de Souza. Da lì si può procedere verso nord est lungo la rua José Goncalves e Praca da Sé, per sbucare a Largo Terreiro de Jesus, una piazza piena di bancarelle di street food, caipirinha e musicisti, primo assaggio della magia del 'Pelò'. Qui ci sono anche la Cattedrale do Sao Salvador e il Museo di Archeologia e Etnologia. L'ARTE DI GIORNONel Pelourinho è fondamentale vagare a piedi senza meta, perdersi, tenendo come riferimento la piazzetta del largo do Pelourinho, dove campeggia la casa azzurrina di Jorge Amado, che ora ospita una fondazione-museo dedicata al più importante scrittore brasiliano. Durante il giorno si possono seguire i colori dei palazzi coloniali, gli scorci panoramici sulla Baia de Todos os Santos (e Todos os Pecadores, come viene chiamata dai bahiani a rimarcare l'anima trasgressiva della città). Oppure si può seguire il profilo della Igreja e Convento São Francisco, l'architettura religiosa più bella della città e forse di tutto il Brasile. Qui o nella chiesa di Nossa Senhora do Rosario dos Pretos vale assolutamente la pena assistere a una messa brasilera, un'esperienza definitiva, uno spettacolo di partecipazione, entusiasmo, danze e canti gioiosi al limite dello show teatrale. Dal Convento del Carmo si prosegue inoltrandosi verso la zona più appartata del quartiere: rua do Carmo e rua Direita de Santo Antonio sono il luogo ideale dove prenotare una stanza in una pousada (pensione), lontano dai rumori e dalle infinite sfide di fùtbol che imperversano dappertutto. Obbligatoria una sosta davanti all'antica gogna presso cui venivano fustigati gli schiavi e che dà il nome al quartiere (il pelourinho è il palo della gogna), e vale una visita la Casa do Benin, per conoscere meglio le radici africane della popolazione. LA FESTA DI NOTTE La notte a Salvador è il regno dei tambores. Fra la piazza del Sè e il largo do Pelourinho va in scena uno spettacolo, sia spontaneo che più 'ufficiale' e commerciale, di musica e danze diventate famose in tutto il mondo. La samba è nata qui, la capoeira è nata qui, il tropicalismo è nato qui; da Salvador provengono Caetano Veloso, Gilberto Gil, Gal Costa; gli Olodum e il loro samba-reggae sono bahiani e i loro spettacoli sono diventati un business notevole. Tutto merito dei ritmi africani e delle tradizioni religiose Yoruba che gli schiavi si sono portati dietro dai loro paesi di origine (soprattutto la costa occidentale africana). Dal tardo pomeriggio le strade di Salvador cominciano a rimbombare di percussioni, dopocena le strade si riempiono di bande che inscenano concertini trascinanti pestando con le mani su tamburi, taniche di benzina e qualsiasi cosa sia disponibile. Nei locali vanno in scena show con i gruppi di 'axé', la musica più energetica inventata qui, protagonista dei giorni del Carnevale, quando la città non dorme mai, dando vita a una delle feste più belle del Sudamerica, per certi versi più caratteristica anche di quella di Rio de Janeiro. Da seguire anche i gruppi di 'pagode', la musica nata per far ballare le bahiane più formose, che vestono il costume tradizionale bianco e largo, con turbante in testa. Chi ama la discoteca ha l'imbarazzo della scelta, con tanti locali aperti fino al mattino. LA CUCINA MIGLIORE DEL BRASILE Il mix di culture ha prodotto anche una interessante tradizione culinaria a Salvador de Bahia. Africa, Caraibi, Portogallo entrano nei piatti della 'cozinha bahiana'. Il Pelourinho è disseminato di bar, ristorantini e bistrot dappertutto, tendenzialmente economici e affidabili. A tavola dominano il pesce, la carne proveniente dagli allevamenti dell'entroterra, il latte di cocco, il mais e le spezie piccanti. Il piatto cittadino per eccellenza, che la dice lunga sulle contaminazioni è la moqueca, ovvero pesce stufato servito su una base di riso e frutti di mare, insaporito da ortaggi, cocco, lime, zenzero, coriandolo, peperoncino. Imperdibile anche il churrasco, la tipica grigliata mista brasiliana, da accompagnare con birra brasilera o caipirinha o vari tipi di batida, cocktail a base di cachaça e frutta pestata. Vale la pena anche assaggiare lo street food: molto gustosi gli spiedini (arrumadinhos) e l'acarajé, una crocchetta fritta e ripiena di fagioli, cipolle e gamberi secchi.