Chi si risente, i Tribalistas. Il mito ora ha un sequel

Rio de Janeiro, 4 settembre 2017 - A quindici anni dall’uscita del primo Tribalistas, il trio brasiliano torna con un secondo album il cui lancio è avvenuto su Facebook e Spotify in uno show a sorpresa di quattro brani da uno studio di Rio de Janeiro che sarebbe stato visto da cinque milioni e mezzo di persone in 52 paesi. Dieci canzoni già in rete. Quando a novembre 2002 Tribalistas uscì apparve chiaramente il legame fra i tre artisti pur di provenienza diversa: Marisa Monte è una musicista di valore, ha studiato canto lirico in Italia e ha affinato le sue qualità sia nella musica popolare sia in quella d’autore, diventando autrice dei suoi brani. Poi Carlinhos Brown: baiano, polistrumentita e cantante, è un vate della musica axé che si ascolta nelle strade di Salvador, dove il ritmo delle percussioni affonda nel cuore della gente. Arnaldo Antunes fra i tre è l’intellettuale e poeta, visionario e sperimentatore, ma anche il fondatore nel 1982 dei Titas, gruppo punk rock che si rifaceva ai Clash.  La loro simbiosi allora venne evidenziata da un vero e proprio manifesto: l’introduzione al brano che dà il nome al gruppo e agli album, appunto Tribalistas, che puntava sull’energia che il numero tre dà, un senso di completezza e di creazione. “Triade, trinomio, trinità, trimero, triangolo, trio, trinca, tre, terno, triplo, triplice, treppiede, tribù” le parole d’ordine attorno alle quali era stato costruito un capolavoro. In fondo tribù come evoluzione di tre dà proprio come risultato la perfezione. Che sembrava, dalle dichiarazioni degli artisti, dovesse rimanere un’avventura unica e irripetibile. Invece... Il tempo ha consolidato l’unione che umana lo è sempre stata e ora ecco un secondo Tribalistas emozionante come il primo, con dieci piccoli gioielli autoriali tra musica e solidarietà. Comporre assieme lo hanno fatto anche durante questi quindici anni, ma, spiega la Monte, «questa volta, oltre alla nostra amicizia, avevamo in mano una serie di canzoni che suonavano più potenti se le cantavamo in tre. Da lì è sorto il desiderio di tornare a incidere un disco assieme». Pieno di sorprese e di brani destinati al grande successo.  “Diaspora” è uno stupendo canto di migranti, potente e passionale: “Attraversiamo l’Egeo/ su una barca piena di farisei / con cubani, siriani e gitani / come romani senza il Colosseo”. “Fuori memoria” racconta di chi vuole per forza dimenticare: “Fuori della memoria hai/ una ricompensa/ un regalo per te/ tu che non pensi/ che cosa era, che cosa sarà / quello che era, quello che voleva”. “Alleanza” è una poesia d’amore sincero: “Se un giorno ti incontrassi/ nel modo in cui ti sognai/ chissà, sarebbe la partita perfetta/ e ti amerei/ nel modo in cui immaginai”. L’amore contrastato è invece rappresentato in “Felice e sana”: “Puoi chiamare che non risponderò/ mi vendicherò, ti farò soffrire/ vedrai, ti farò impazzire/ ti maltratterò per imparare/ ma potrò sempre rimpiangerlo/ fino a imbattermi nell’amore per te/ perché sono felice e sana/ super felice e sana”.  Il sound di questo secondo volume dei Tribalistas, che avrà in negozio la copertina dell’artista Luiz Zerbini, è originale e segue le concezioni autoriali dei tre ai quali si aggiunge in due brani un personaggio nuovo, la giovane fadista portoghese Carminho, già reduce in Brasile da collaborazioni con Chico Buarque e la stessa Marisa Monte e da un cd dedicato a Tom Jobim. Qui ha scritto due temi, “I piccoli pesci” e “Trabalivre” e nel primo si esibisce anche come cantante. Un disco che regala emozioni al primo ascolto. Chissà se stavolta Marisa, Carlinhos e Arnaldo – in nome della loro amicizia e della loro passione - decideranno di non farci attendere altri quindici anni.

NEL 2002 IL SUCCESSO JA SEI NAMORAR