Giovedì 18 Aprile 2024

Sabrina Salerno: "I miei anni '80 sfrenati. Ma non era la felicità"

L'artista: "Ero arrabbiata con il mondo, adesso sono serena. Per amore di mio figlio ho imparato anche a cucinare. Vado in palestra e giro in tournée con ballerini di vent'anni"

Sabrina Salerno

Sabrina Salerno

Roma, 20 febbraio 2017 - Sabrina Salerno, rieccola qui. Vive "per l’80% del tempo fuori casa". Sta girando un film – che è il seguito di un altro 2Star 80... la suite" ed è impegnata in una tournée nei palazzetti francesi.

"È uno spettacolo da 3 milioni di biglietti, che gira per i palazzetti Zenith con 7-8mila persone, e finisce con il grande concerto allo Stade de France con 50-60 mila persone. Il cast è composto da 17 artisti francesi degli anni ’80 e ’90, io sono l’unica italiana e la più giovane. Sono un po’ la mascotte. Il film racconta la storia un po’ romanzata dei due produttori che hanno inventato questo spettacolo2.

Lei è molto impegnata ma alla fine si torna sempre lì, agli anni ’80. Nell’immaginario collettivo lei è indissolubilmente legata a quel periodo. Come ricorda i favolosi anni ’80?

"Apparentemente erano i più spensierati e divertenti, ma per me è solo un luogo comune. A 18 anni non ero affatto spensierata, ero una ragazzina catapultata in un mondo difficile. Oggi che ho 48 anni naturalmente ho un’altra consapevolezza, ma allora ero soffocata dalla pressione. E non accadeva solo in Italia, ma in tutta Europa. In Spagna non potevo uscire dagli hotel, ero sempre sotto i riflettori. Qualunque cavolata facessi o dicessi veniva manipolata. Allora ero molto aggressiva, arrabbiata col mondo. Successo e soldi sono piacevoli, ma c’è sempre il rovescio della medaglia".

Lei partecipò anche a una memorabile edizione di “Odiens” su Canale 5. Come furono i suoi rapporti con Ricci?

"Molto conflittuali. Un giorno lo inseguii per picchiarlo con una pinzatrice. Aveva organizzato uno scherzo ai miei danni. Un uomo doveva fingere di assalirmi saltandomi addosso, ma io caddi e mi feci male. Uno scherzo poco riuscito".

Altri compagni di lavoro furono Sandra e Raimondo. Con loro come andò?

"Era una coppia di stampo inglese, molto divertente. Da Raimondo cercavo di prendere le distanze, aveva un sarcasmo e un’ironia molto particolari. Invece Sandra era adorabile, una donna dotata di una sensibilità e una dolcezza incredibili."

A Cocco di mamma era insieme a Carlo Conti. A proposito, ha visto Sanremo?

"Carlo era già allora quello che oggi conoscono tutti. Quest’anno ho apprezzato Maria De Filippi, della quale non avevo mai visto i programmi. Ho capito le ragioni del suo successo".

E della musica cosa le è parso?

"Io ho vissuto a Sanremo fino a 12 anni. Mi ricordo che c’era un libretto con i testi delle canzoni, e noi le sapevamo tutte a memoria! Allora c’era soltanto Sanremo, le canzoni duravano tutto l’anno. Oggi c’è un’offerta sovrabbondante di prodotti. Ci ricordiamo di Alice, di ‘Per Elisa’, ma già negli anni Novanta era cambiato tutto. Oggi è difficile persino ricordare chi ha vinto l’edizione precedente. Di quest’anno rammento il ritornello di Gabbani e poco altro. L’ultimo festival che mi è piaciuto è stato quello di Bonolis con Povia e Annie Lennox".

A Sanremo partecipò anche lei, nel 1991, con Jo Squillo e la canzone ‘Siamo donne’.

"Fu una partecipazione forzata, io non volevo, non avevo bisogno di andare a Sanremo. È stato uno dei miei errori più clamorosi. Se dietro ci fosse stato un progetto organico, un disco... invece niente. Con quel brano ho rischiato di perdere credibilità nel mondo dance. Invece i discografici hanno soltanto voluto sfruttare il nome di una che vendeva. Però, a distanza di anni, devo riconoscere che si tratta di un brano che è rimasto nel cuore della gente. Quando faccio un concerto in Italia – solo in Italia – la gente mi accompagna cantandolo tutto fino alla fine".

Molti l’hanno visto come una specie di manifesto femminista...

"Ma no! Appena l’ho sentito non volevo farlo, il testo mi sembrava di una banalità incredibile. Avevo paura che tutti sarebbero insorti contro di me. E invece... sottovalutavo la forza della semplicità".

Nel 2010 c’è stato il duetto con Samantha Fox. Come è nato?

"L’ho cercata io. In qualsiasi intervista facessi all’estero mi chiedevano di lei. Così l’ho incontrata ed è stato come guardarsi allo specchio perché avevamo vissuto entrambe situazioni molto simili. Era una specie di sorella che aveva fatto il mio stesso percorso. Mi ha fatto bene".

Oggi la popolarità non la soffoca più?

"Ho la fortuna di vivere a Treviso, che io chiamo la piccola Parigi. La gente mi conosce, mi saluta, mi rispetta. Per amore di mio figlio Luca Maria che ha 12 anni ho persino imparato a cucinare, una cosa che mi faceva orrore. Io non sono fatta per fare la casalinga!".

Ho letto che suo figlio è molto geloso di lei...

"Abbiamo un carattere molto simile, sembra che io lo abbia clonato. E non è un carattere facile. Essere genitori è molto difficile, è faticoso, direi che è più facile avere successo nel mondo della musica che crescere un figlio! Io dico sempre che i figli non sono nostri, ma li dobbiamo accompagnare nel loro percorso".

L’età avanza ma lei è ancora in splendida forma. Merito del fatto che non le piacciono i dolci?

"Fosse solo quello... Mi alleno almeno due ore in palestra tutti i giorni. Diciamo che oggi mi stanco più facilmente, quando vado in giro in Francia ballo con 10 ragazzi dei vent’anni... è faticoso! Una volta bastavano tre allenamenti a settimana, adesso devo farne ogni giorno".

È favorevole o contraria alla chirurgia estetica?

"Se una donna non si sente bene con se stessa per qualche inestetismo e ha voglia di migliorarsi, perchè no? Certo le cose vanno fatte con criterio, non mi piacciono le facce stravolte, addirittura pietrificate. Anche i chirurghi estetici dovrebbero avere un’etica. Vedo delle donne meravigliose rovinate dai ritocchi, e invece delle splendide cinquantenni e sessantenni naturali. Gli interventi troppo invasivi non incidono solo sul corpo ma anche sull’anima".