Venerdì 2 dicembre sbarca nelle sale italiane 'La mia vita da zucchina': la casa di distribuzione (Teodora Film) non è di quelle che possono garantire un'uscita in numerosissime copie, ma vale comunque la pena di provare a vederlo. Ecco tutto quello che possiamo dire stando lontani dagli spoiler.
COS'È
È un film d'animazione prodotto con capitali francesi e svizzeri. È pensato per un pubblico giovane, non troppo piccolo, ed è la pellicola con la quale la Svizzera prova a entrare nella cinquina delle nomination per il miglior film in lingua straniera agli Oscar 2017 – potrebbe vedersela con 'Fuocoammare', candidato italiano.
LA TRAMA
Icaro, soprannominato Zucchina, ha 9 anni. Vive insieme alla madre alcolizzata, non ha più il padre e un giorno, complice un tragico incidente, perde anche lei. Trasportato in un orfanotrofio impara lentamente che nonostante tutto esiste una nuova possibilità di avere degli amici e di sentirsi amato.
IL TRAILER
LA TECNICA D'ANIMAZIONE
'La mia vita da zucchina' è realizzato con l'animazione a passo uno, o stop motion. Funziona così: vengono costruiti un set in miniatura e i personaggi che vi agiscono. Si scatta una fotografia, poi vengono spostati di pochissimo tutti gli elementi che devono muoversi e si scatta un'altra fotografia. Proiettando 24 fotografie al secondo si ottiene l'illusione del movimento. È una tecnica di enorme artigianalità, già utilizzata recentemente per il film 'Kubo e la spada magica' e resa immortale dalla serie di Wallace e Gromit (creata da Nick Park e da Aardman Animation).
IL ROMANZO
'La mia vita da zucchina' nasce come romanzo. Lo scrive il francese Gilles Paris e l'editore Plon lo pubblica in patria nel 2002. In Italia arriva nel 2006, edito da Piemme.
LA SCENEGGIATRICE
L'adattamento cinematografico è farina del sacco della francese Céline Sciamma, classe 1980 e famosa soprattutto per aver scritto e diretto i lungometraggi 'Tomboy' (2011) e 'Diamante nero' (2014). Sono un ottimo precedente.
IL REGISTA
Si chiama Claude Barras, è svizzero classe 1973 e 'La mia vita da zucchina' rappresenta il suo esordio lungo dopo essersi fatto le ossa con una serie di cortometraggi. Una delle intenzioni dichiarate, con 'Zucchina' è di raccontare "la forza di un gruppo di amici nel superare le difficoltà della vita, grazie all'empatia, alla solidarietà, alla condivisione e alla tolleranza. Nel cinema di ieri e di oggi gli orfanotrofi sono spesso descritti come luoghi opprimenti, mentre il mondo al di fuori è sinonimo di libertà. Nel mio film accade il contrario: i problemi vengono dal mondo esterno e la casa famiglia è un posto di riconciliazione e ricostruzione".
DUE ANNI DI LAVORO
Per realizzare i 66 minuti di durata della pellicola, sono stati necessari 60 set differenti e 54 pupazzi in tre diversi costumi ognuno. Nel corso delle riprese, venivano girati tre secondi al giorno di storia. L'aggiunta della colonna sonora e gli ultimi ritocchi in fase di montaggio hanno portato la lavorazione a impiegare 50 persone per due anni.
IL PARERE DI CHI L'HA VISTO
In generale c'è entusiasmo: critica e pubblico concordano nel dire che 'La mia vita da zucchina' riesce ad affrontare con il gusto garbo argomenti molto complessi e delicati. Secondo molti, il finale lascia decisamente il segno.
Mercoledì 24 Aprile 2024
ArchivioLa mia vita da zucchina, 9 cose su un film che merita