Mercoledì 24 Aprile 2024

Better Call Saul rinnovata per la stagione 4: ottima notizia

AMC annuncia ufficialmente il finanziamento della quarta stagione di 'Better Call Saul': ecco perché è un'ottima notizia, non solo per i fan di questa serie TV

Una scena di 'Better Call Saul', terza stagione – Foto: Foto: Michele K. Short/AMC

Una scena di 'Better Call Saul', terza stagione – Foto: Foto: Michele K. Short/AMC

Se guardiamo al numero di spettatori e al gradimento della critica, la serie TV 'Better Call Saul' è un successo. Non sorprende dunque che AMC, il canale televisivo che la trasmette negli Stati Uniti, abbia annunciato l'arrivo della quarta stagione. Se dunque la notizia era quasi scontata, resta comunque qualcosa che vale la pena di festeggiare. Ecco perché. L'OMBRA CHE NON È PIÙ TALE Intanto, 'Better Call Saul' è nata come serie spin-off di 'Breaking Bad' e questo l'ha messa sin da subito in una posizione difficile. Le cinque stagioni di 'Breaking Bad' (2008-2013) sono state infatti un autentico fenomeno televisivo, capace di conquistare il pubblico proponendo soluzioni narrative piuttosto ambiziose. Sin da subito, dunque, la sfida principale di 'Better Call Saul' è stata di uscire dall'ingombrante ombra del predecessore. IL SOGNO AMERICANO A complicare la situazione di partenza c'erano altri due elementi. Il primo è connaturato al fatto che 'Better Call Saul' è un prequel e di conseguenza gli spettatori già sanno come andranno a finire certe cose: ciò riduce le possibilità degli sceneggiatori di giocare con i colpi di scena. Inoltre, entrambe le serie TV declinano il medesimo elemento narrativo, cioè lo smantellamento di una certa rappresentazione del sogno americano, quella in base alla quale se ti dai da fare, sei determinato e preparato, alla fine il successo ti sorride. In realtà, questo pare avvenire solo all'interno del mondo criminale, sia per Jimmy McGill (interpretato da Bob Odenkirk e protagonista di 'Better Call Saul') sia per Walter White (interpretato da Bryan Cranston e protagonista di 'Breaking Bad'). Insomma, lo sceneggiatore Vince Gilligan, creatore di entrambe le serie e affiancato da Peter Gould in 'Better Call Saul', ha dovuto affrontare più di una sfida impegnativa. QUESTIONE DI PERSONAGGI Ci è riuscito perché ha sfruttato al meglio una delle regole base dei prequel. Recita così: siccome già sappiamo come finisce la storia, concentriamoci sui personaggi in modo da spiegare perché la storia finisce proprio in quel modo. Le tre stagioni di 'Better Call Saul' (e presumibilmente sarà così anche per la quarta) hanno messo in campo un protagonista con i suoi lati positivi e negativi, ma nel complesso ci hanno raccontato un brav'uomo. Come questo brav'uomo arrivi a forzare i propri confini morali ed etici è il cuore pulsante della serie e si riconnette alla perfezione con la messa in discussione del sogno americano. CHI È VERAMENTE? Una delle mosse vincenti di 'Better Call Saul' è stata quella di non raccontarci un uomo costretto suo malgrado ad abbracciare comportamenti discutibili. Come giustamente gli rinfaccia il fratello maggiore Chuck, in realtà Jimmy ha una certa predisposizione a prendere le scorciatoie più semplici, quelle che magari prevedono di giocare sporco. A conti fatti, cioè, Jimmy McGill è già Saul Goodman, l'avvocato dei criminali che incontreremo in 'Breaking Bad'. L'ambivalenza del personaggio, disegnata con enorme sensibilità di scrittura, è una delle chiavi della riuscita di 'Better Call Saul'. Perché se già sappiamo come andrà a finire la storia, resta però da esplorare una questione fondamentale: quella di Jimmy McGill è stata una discesa agli inferi, un'accettazione del suo essere "malvagio", oppure un complesso mix di queste due cose? (Per tutte queste ragioni, non è un caso che la storyline di Gus Fring e Mike Ehrmantraut sia meno riuscita: non ha la medesima complessità.) L'IMPORTANZA DEL SUCCESSO Non scopriamo certo oggi che la produzione seriale statunitense ha raggiunto livelli qualitativamente altissimi, e 'Better Call Saul' è l'ennesima conferma. È però fondamentale che il pubblico stia rispondendo con entusiasmo, perché dimostra di apprezzare la libertà creativa concessa agli autori di questa come di altre serie TV, una libertà che spesso manca nei blockbuster cinematografici. Insomma, se gli spettatori televisivi gradiscono allora i produttori possono essere più ambiziosi e si ottiene la classica situazione win-win, quella in cui tutti ci guadagnano. Leggi anche: - La Fondazione di Isaac Asimov come serie TV: sfida impossibile? - The Handmaid's Tale, perché tutti ne parlano - The Witcher: Netflix produce la serie TV fantasy e adulta - Twin Peaks, perché guardare il ritorno della serie Tv cult