Festival: cuore, amore e mamma. A Sanremo tutti cantano così

Ecco i 22 brani dei Big, su tutti Mannoia e Masini. E molte sorprese

Fiorella Mannoia

Fiorella Mannoia

Roma, 21 gennaio 2017 -  SMONTA e rimonta, come l’orologiaio Celentano, gli elementi di un festival varietà dove la parola, sottolinea Carlo Conti, comincia «a essere tanta, perché Maurizio Crozza farà la sua copertina, a orari diversi e mai all’inizio, tutte le sere del festival. In diretta, sul filo dell’attualità ma non vi dico da dove. E nella prima serata, martedì 7 febbraio, ci saranno anche Paola Cortellesi e Antonio Abanese con il loro film “Mamma o Papà”».

CONTI ringrazia Discovery, per cui ha firmato Crozza, e la direzione Rai, annuncia che «per i 60 anni dello Zecchino d’Oro il Piccolo Coro Mariele Ventre dell’Antoniano sarà giovedì a Sanremo con me e Maria» (De Filippi). Conferma gli ospiti. Martedì Ricky Martin e Tiziano Ferro (con Carmen Consoli), mercoledì Giorgia, giovedì Mika, e annuncia Zucchero sabato. Trattative ancora in corso per avere Demi Moore. Nessuna scossa elettrica al primo ascolto dei 22 brani dei Campioni in gara quest’anno ma qualche buona canzone, una media decorosa per molti, poche delusione secche. Nessun superfavorito alla prova della musica, dopo aver esaminato altri parametri, dalle vendite alla popolarità, tv e social, alla potenza di fuoco delle fan base per quelli dei talent e delle serie tv. 

FIORELLA Mannoia è la favorita per reputazione e storia, “Che sia benedetta” arriva come un atto di amore e speranza alla vita, scritta con rigore e pudore da Amara. Ma trent’anni fa era sul palco con “Quello che le donne non dicono” (1987) e non è scattata per ora la scintilla dell’edizione vinta da Vecchioni. Scrivo sempre che fino alle prove generali, con gli arrangiamenti del festival e la performance del palco, non si può capire di più. Rimane, comunque, la più autorevole fra i favoriti. Mi piace spendere una paola per Marco Masini che firma con Calvetti e Zibba “Spostato di un secondo”, sempre alla ricerca di un nuovo linguaggio, credibile e vero.  Giusy Ferreri è perfettamente a fuoco nel suo mood da casalinga dark in una potente “Fa talmente male”, il nuovo tormentone di Francesco Gabbani potrebbe essere la sorpresa in “Occidentali’s Karma”. Chiara, prodotta da Mauro Pagani, è un importante ritorno e “Nessun posto è casa mia” ci regala lo spartito e la voce più bella. 

I RAGAZZI di tv e rete sono i naturali outsider, da Michele Bravi (X Factor) a Lodovica Comello, possibili sorprese nei piani alti, un’Elodie (Amici) molto francese giustifica un passaggio non banale, di Sergione Sylvestre (Amici) aspettiamo il fuoco nel testo di Giorgia. Fuori categoria, per opposti motivi, Al Bano nella romanza riscritta da Maurizio Fabrizio “Di rose e di spine”, e Ron, cantautore elegante e concreto. Ci metterei anche Gigi D’Alessio, con il suo popolo, perché il suo ricordo per la madre morta apre il discorso sui contenuti. La mamma è anche al centro di “Vietato morire”: Meta dà voce a Ermal ragazzo che vede la madre vittima della violenza paterna (il sequel di “Lettera a mio padre”), autobiografia nuda. Clementino racconta i “Ragazzi fuori” delle periferie, Scampia e dintorni, cronaca cruda aperta a un sorriso di speranza. Mi piace. 

FABRIZIO Moro ha tutto, voce e composizione, ma sempre a un milimetro dall’esplosione. Paola Turci canta, seducente femminista, “Fatti bella per te”, rock d’autore e presenza. La condizione della donna e un’idea universale e larga di amore evadono dal perimetro della coppia: passione, tradimento, abbandono, dipendenza, redenzione. L’unico indiano, Samuel dei Subsonica, mostra idee e suoni che rotolano felici. Quelli che non mi hanno convinto: Bianca Atzei e un Kekko Silvestre normale non bastano per salire più in alto, non capisco più Alessio Bernabei e il suo mondo, mi spiace mettere Michele Zarrillo, che stimo, fra i peggiori di questa edizione con un brano che non quaglia mai. Non bene gli altri rapper pop. Raige e Giulia Luzi hanno una buona idea di groove e arrangiamento alle chitarre ma il contesto è banale, anche se generazionale (sono fuori target, lo ammetto). Nesli, che stimo, non convince con una trasparente Alice Paba (chiudete The Voice, please).

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