Sanremo 2017, Crozza: "Carlo e Maria promessi sponsor"

Battute su Renzi, Salvini, la Raggi. E agli italiani: "Pagate le tasse" Gli ospiti della seconda serata e i cantanti in gara

Maurizio Crozza in collegamento con Sanremo (Lapresse)

Maurizio Crozza in collegamento con Sanremo (Lapresse)

Sanremo, 8 febbraio 2017 - CI VOLEVA Maurizio Crozza per agitare un po’ il cocktail di un Festival forse troppo decantato. Ha preso in giro tutti, a cominciare dai due conduttori, passando per la politica ma cominciando da se stesso. «Non sapete come sono felice di essere qui, proprio qui a Milano intendo. Come Bob Dylan me la tiro, prima che me la tiri il pubblico». «Mi raccomando Carlo, se il Festival andasse male, non fare come un altro toscano che si è ritirato a vita privata. Le hai viste le foto di Renzi al supermarket in mezzo ai pandori? In una settimana è passato da Obama a Bauli. Tu continua a fare il direttore artistico, scegli i cantanti, e poi fallo condurre ad Amadeus, che è un po’ come Gentiloni. Sì, Amadeus, è il Gentiloni della musica italiana».    QUINDI Crozza ha allargato il raggio: «Carlo e Maria, siete uniti nella latta, più che nella lotta. Con tutto quel metallo l’Ariston sembra una camera per la risonanza magnetica, il che va bene, perché a fine settimana i cantanti, comunque, possono ritirare le analisi». «Carlo e Maria, dopo Renzo e Lucia Manzoni direbbe i promessi sponsor».  Non poteva mancare la politica: «Carlo, sarai contenta che la prima polemica ha riguardato te. Salvini l’ha fatta sul tuo compenso, ha detto che avrebbero dovuto darlo ai terremotati. Ma io ai terremotati darei anche lo stipendio di Salvini: con quello che ha guadagnato rifacciamo tutto l’Abruzzo in marmo di Carrara. Pensa: Salvini è pagato dall’Europa per dire che dobbiamo uscire dall’Europa, è come se la Rai ti pagasse per dire che dobbiamo guardare Sky». «Hai dovuto svelare ai giornali che fai la beneficenza, che è come la puzzetta in ascensore: si fa ma non si dice. Maria addirittura ha lavorato gratis, non ha voluto neanche un voucher di Poletti. Ragazzi, ve lo dico subito: io sono di Genova, e col cavolo che lavoro gratis».

E ancora: «Ci sono tanti modi di fare beneficenza, per esempio c’è un ente benefico che si chiama Irpef e che tanti italiani purtroppo non lo conoscono. Se gli dessimo quanto gli spetta ci penserebbe lui a soccorrere terremotati. Volete fare beneficenza? Andate dal commercialista. Dona anche tu il 430 per mille.» «Per farmi perdonare ti ho fatto una polizza sulla vita. Non lo sapevate? Le polizze si fanno a sua insaputa.» «A me la Raggi piace da morire. quel suo sorriso un po’ ingenuo a tratti assente. Sembra scema invece è sindaca. Roma è una meravigliosa città ingestibile, un po’ come Gotham City: Joker ha in mano le municipalizzate e Batman è bloccato sulla tangenziale».