Giovedì 18 Aprile 2024

Arbore, il ritorno: 'Indietro tutta!'. "Un successo, ma la Rai mi dimenticò"

Trent’anni dopo in onda una nuova versione dello show di culto

Andrea Delogu, Renzo Arbore e Nino Frassica in  "Indietro tutta 30 e l'ode" (Ansa)

Andrea Delogu, Renzo Arbore e Nino Frassica in "Indietro tutta 30 e l'ode" (Ansa)

Roma, 8 dicembre 2017 - Un successo eccezionale, un programma entrato nella storia della televisione. Alla guida di una ciurma strampalata e variopinta, gente dalla battuta pronta a cominciare dal “bravo presentatore” Nino Frassica, Renzo Arbore con “Indietro tutta!” (1987-’88) aveva bissato e superato il successo, pure straordinario, di “Quelli della notte”. Uno così, verrebbe da pensare, se lo saranno tenuto ben stretto. Macchè. E quindi, anche se l’occasione è legata ai festeggiamenti per i trent’anni di “Indietro tutta!” e i complimenti abbondano, Arbore, si sfoga e dice: «Dopo non ho più fatto tanta televisione perché per anni la Rai non mi ha chiamato». Ora sarà su Raidue mercoledì 13 e 20 dicembre, alle 21.05, con “Indietro tutta! 30 e l’ode” (la prima puntata in onda anche su Rai Radio2), anche con Frassica e la conduttrice Andrea Delogu. In onda in seconda serata su Raidue, “Indietro tutta!” faceva una media di oltre 5 milioni di spettatori a puntata e l’ultima sera, l’11 marzo 1988, totalizzò l’ascolto record di 9 milioni e 100mila spettatori, con il 50,4 per cento di share.

Arbore, come saranno le due serate dedicate al suo storico programma? «Non sarà un programma nostalgico, con combattenti e reduci. Sono passati trent’anni, io non ancheggio più come allora perché ho fatto l’operazione all’anca e Nino ha messo su qualche chilo. Ho rivisto tutti gli amici di “Indietro tutta!” e gli ho detto, è meglio che ci rivediamo tra di noi. Così proporremo un format nuovo, ispirato ai vari incontri che mi capita di fare nelle università, dove studiano i miei programmi».

Niente del programma di allora? «“Indietro tutta!” nasceva come satira alla tv di quel periodo, con le ragazze Coccodè e la finta pubblicità del Cacao Meravigliao, ma era svincolata dall’attualità, non come i programmi usa e getta di oggi. Un programma unico, che non ho voluto replicare, di 65 puntate realizzate improvvisando. Vogliamo verificare se quella comicità, quel cazzeggio, per usare la definizione più esatta, funziona anche con i ragazzi di oggi, con i millenials».

Perché dopo si è visto poco in televisione? «Perché mi sono dedicato al mio mestiere di musicista e alla mia Orchestra Italiana e perché per anni in Rai non mi hanno chiamato. A volte ho chiesto io un appuntamento e non me l’hanno dato. Chissà perché i direttori mi hanno snobbato. Non Flavio Cattaneo che è stato un ottimo direttore generale. Campo Dall’Orto, a dire la verità, mi ha chiamato andando via, dicendo, mi dispiace che non siamo riusciti a incontrarci. Quello nuovo lo sto ancora aspettando (ma dalla Rai hanno poi tenuto a far sapere che Mario Orfeo ha incontrato due volte Arbore e ha firmato lui il contratto per le due serate, ndr). Forse hanno pensato che, avendo loro 50-60 anni e io 80, ero rimbambito. Adesso mi hanno chiamato e spero che si possa poi fare anche altro. Io sono pronto».

Non ha provato con altre televisioni? «Sono affezionato al servizio pubblico. Sono entrato in Rai nel ’64 con un concorso e sono l’unico che non l’ha mai tradita, anche se in passato ho ricevuto anche offerte sostanziose».

Come giudica i programmi d’intrattenimento attuali? «Penso che i contenuti artistici siano scomparsi e questo mi dispiace perché da grande vorrei fare televisione».

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