Roma, 28 ottobre 2016 - Matteo Renzi finisce in copertina su Rolling Stone. Una rockstar? Piuttosto icona pop, come suggerisce il titolo stesso del numero, "The young Pop", un gioco di parole che tira in ballo la serie tv firmata da Sorrentino e dedicata al Papa Giovane.
"The Young Pop" - Rolling Stone di novembre è in edicola: https://t.co/dS1ZwzsNB0 @matteorenzi pic.twitter.com/6KNHxZwokp
— Rolling Stone Italia (@RollingStoneita) 28 ottobre 2016
Lui stesso rifiuta l'etichetta. "Io mi considero molto semplice, l'anti-rockstar per eccellenza - spiega il premier - Tutti quei politici che vivono nel culto di se stessi sono gli stessi che non riescono ad accettare di andare ai giardinetti. E quindi sono sempre lì, non se ne vanno, 'a volte ritornano. Lo vediamo anche in questa campagna referendaria". Il leit motiv, insomma è sempre quello della rottamazione, chiamato in ballo anche nell'intervista alla rivista di musica più famosa. "Io credo invece che la politica sia un servizio a tempo, fare la rockstar no. Mi ritengo quanto di più lontano dalla rockstar. Sono un ragazzo semplice, di periferia, un boy scout".
Finalmente musica: "'Andiamo a comandare' ce l'ho", confessa. "Ma ho anche roba di gente che mi detesta, tipo 'Vorrei ma non posto' (di J Ax e Fedez, ndr). Ho veramente di tutto: da 'Signore delle cime' all'ultimo di Elio e le storie Tese, di cui sono fan da tempi non sospetti".
Chi è l'outsider, il Bob Dylan della politica in Italia? "Difficile dirlo, ma forse di tutti i politici, attuali e del passato, quello che più si avvicina a Dylan è Walter Veltroni, per il suo amore per l'America, per la passione profonda per le arti, per il cinema, la scrittura, la poesia".
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