Giovedì 18 Aprile 2024

Scoperto nuovo pianeta del sistema solare, è il più lontano

Si chiama Farout. È di colore rosa e dista 18 miliardi di chilometri dal Sole. Il suo anno dura più di mille dei nostri

La foto del pianeta Farout fornita dalla Carnegie Institution for Science

La foto del pianeta Farout fornita dalla Carnegie Institution for Science

Roma, 18 dicembre 2018 - C'è un nuovo inquilino nei cieli. Alcuni astronomi americani hanno individuato il corpo celeste più lontano del Sistema Solare. È stato chiamato "Farout", che in italiano significa "lontano", nome in codice 2018 VG18. Che cos'è? Si tratta di un pianeta nano, 120 volte più distante dal Sole di quanto non lo sia la Terra. Per la precisione, 18 miliardi di chilometri

Scoperto l'oggetto celeste 'ancora più lontano' del sistema solare: ecco come si chiama

La scoperta, annunciata dal Centro per i pianeti minori dell'Unione Astronomica Internazionale (UAI) è stata realizzata da Scott Sheppard, dell'americana Carnegie Institution for Science, David Tholen, dell'Università delle Hawaii, e Chad Trujillo, dell'Università dell'Arizona Settentrionale. 

Di "Farout" non si conosce ancora l'orbita esatta. Per l'astronomo Tholen "al momento conosciamo solo la sua distanza estrema dal Sole, il suo diametro approssimativo, che dev'essere di almeno 500 chilometri, e il suo colore rosato, tipico dei mondi ghiacciati. Sappiamo però con certezza - ha concluso - che, a causa della sua distanza, Farout impiega più di 1000 anni per compiere un'orbita completa attorno al Sole". La Terra 365 giorni. Potremmo dunque dire, anche se non è esattamente corretto, che su Farout un anno dura più di 1000 mille anni terrestri.

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Gli astronomi hanno individuato il nuovo inquilino del nostro sistema planetario grazie al telescopio giapponese Subaru, sul vulcano Mauna Kea della Hawaii, mentre esploravano i confini del Sistema Solare a caccia del fantomatico Pianeta 9. Secondo gli esperti dell'UAI, oggetti estremamente lontani come "Farout", circa tre volte e mezzo più distante di Plutone, possono permetterci di sondare quello che avviene nelle periferie più remote del Sistema Solare, poiché non risentono dell'influenza gravitazionale dei giganti gassosi Saturno e Giove. 

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