Venerdì 19 Aprile 2024

Magalli-Volpe, lite furibonda. Lei: "Voglio giustizia"

Il battibecco durante 'I Fatti Vostri' degenera sui social network Magalli-Volpe, irrompe Guardì Nuove scintille, Adriana Volpe: "Querelo Magalli"

Giancarlo Magalli e Adriana Volpe in una foto di archivio (Olycom)

Giancarlo Magalli e Adriana Volpe in una foto di archivio (Olycom)

Roma, 31 marzo 2017 - Sembrava potesse finire lì la lite Magalli-Volpe di qualche giorno fa. Un battibecco durante una puntata de 'I Fatti Vostri' con il Giancarlo nazionale che si lascia scappare un "rompipalle" rivolto alla collega. E invece no, la querelle si è spostata sui social network, Facebook in particolare, con i due che hanno alzato reciprocamente i toni. Lo scontro è diventato quasi una lotta di genere. Uomo contro donna, donna contro uomo. La tenzone divide il popolo del web, storicamente fedelissimo al conduttore Rai. Ma ricostruiamo i fatti, post per post.

Magalli-Volpe, irrompe Guardì

Nuove scintille, Adriana Volpe: "Querelo Magalli"

LA LITE IN TV - Nella puntata del 28 marzo de 'I Fatti Vostri', durante la consueta rassegna stampa che, parlando di "vecchiette calabresi" viene fuori il tema 'terza età'. Magalli dice: "Comunque la terza età si è spostata, io ne sono ampiamente fuori, ormai la terza età credo sia oltre i 75...". Ecco allora che interviene Adriana Volpe che, sorridendo, gli chiede:  "Ormai fai 70 anni, no?". Una domanda (o una precisazione) che il conduttore non gradisce. Prima ci scherza su: "Pìgliatela in saccoccia te, e quelli che non dicono l'età che hanno". Poi, visto che la collega non molla e aggiunge farsi tipo "ma è bellissimo", sbotta: "Ma fatti gli affari tuoi, no? No, proprio non è capace...". E insiste: "Tu ne fai 44!, e allora?". La Volpe pare spiazzata dalla reazione del conduttore: "Ma perché te la prendi?". Al che Magalli chiosa: "Perché sei proprio una rompipalle". Titoli di coda, si cambia argomento e si pensa al nulla di fatto. La lite finisce sul web e sui social. Ma il 'bello' deve ancora venire. 

PUTIFERIO SOCIAL - La 'rissa' verbale, appena accennata in tivù, si sposta sui social. E i toni si alzano. Già nel pomeriggio del 28 la Volpe scrive su Facebook: "Non basta screditare la professionalità di una persona attraverso i media , si può anche insultare una donna in diretta". E allega il video del battibecco. Proprio quando la questione sembra scenare, ecco che un giornalistà, Walter Giannò, ritorna sul siparietto prendendosela col conduttore. "Gli insulti in diretta sono stati vergognosi", scrive su Facebook, innescando la reazione di Magalli. "Ma hai visto quello che è successo o parli solo per sentito dire? - commenta il conduttore de 'I Fatti Vostri' sul post di Giannò - Le ho solo detto che è una rompipalle, e quello è un fatto, non un insulto. Poi lei, e forse questo ti ha coinvolto, ha cercato di farlo passare come un insulto alle donne, ma io ce l'avevo solo con lei, non con le donne che ho sempre rispettato e che forse si sentirebbero più insultate se sapessero come fa a lavorare da 20 anni...". E' proprio quest'ultima frase di Magalli a scatenare l'ira della Volpe che pubblica un post in cui riprende la conversazione tra il collega e il giornalista. "Come Adriana Volpe posso piacere o non piacere, posso avere anche detrattori sul profilo professionale, ma come donna NO, in quanto donna devo essere rispettata sul posto di lavoro", scrive. E accusa ancora Magalli: "Persevera con un comportamento sessista ,e maschilista. Ora voglio giustizia, per me e per tutte le donne che subiscono insulti e offese sul lavoro". Infine, lo sfogo: "Quanto è diffide sorridere in diretta, lo faccio per tutte le persone che lavorano per questo programma e per rispetto ai telespettatori".

Ma non finisce qui. Poche ore e la Volpe posta nuovamente: "Scrivere che le donne 'si sentirebbero più insultate se sapessero come fa a lavorare da 20 anni' è gravissimo! Offende me, danneggia mio marito e la Rai". E conclude dicendo: "Spero che sia fatta giustizia anche in nome di tutte le donne che in qualsiasi posto di lavoro subiscono angherie e critiche per retaggi culturali duri a morire". 

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