Da Sherlock Holmes al Capitano Nemo: nuova vita a fumetti per i classici

Tornare all'origine: è il motto dei Maestri dell'Avventura, una collana Star Comics in cui giovani autori capitanati da Roberto Recchioni hanno trasposto a fumetti grandi classici letterari

Due cover dei volumi 'I maestri dell'avventura'

Due cover dei volumi 'I maestri dell'avventura'

Il capitano Nemo, il pirata Long John Silver, il detective per eccellenza Sherlock Holmes e l’oscuro Kurtz. Protagonisti di quattro capisaldi della letteratura moderna, recentemente trasposti in fumetto da un gruppo di giovani autori capitanati dal coordinatore Roberto Recchioni (attuale curatore di Dylan Dog) che ne ha realizzato anche le copertine.

La formula utilizzata per “I Maestri dell’Avventura”, quattro volumi editi da Star Comics e appena usciti in libreria con le versioni a fumetti di “Ventimila leghe sotto i mari” (il capolavoro di Jules Verne), “L’isola del tesoro” (Stevenson), “Uno studio in rosso” (Conan Doyle) e “Cuore di tenebra” (Conrad), ha un sapore vintage, tanto più nell’era dei pastiche (da ‘La Lega degli Straordinari Gentlemen’ alla serie tv ‘Penny Dreadful’, che ha tra i protagonisti le creature della letteratura horror di fine Ottocento). Ma l’operazione, spiega Michele Monteleone, sceneggiatore della trasposizione del romanzo di pirati per eccellenza, “L’isola del tesoro” appunto, è tutt’altro che didascalica.

RITORNO ALLE ORIGINI

“L’idea di Recchioni è di riportare alla loro natura primigenia i grandi Classici letterari, dopo che cinema e tv li hanno, diciamo così ‘sporcati’ – esordisce Monteleone -. Le nostre trasposizioni, infatti, sono molto fedeli al testo originale”. Il motto della collana, che nel 2015 era iniziata con i "Maestri dell’orrore", è dunque ‘back to the basics’, cioè ritorno alle origini. “Consideri il Dracula di Coppola - esemplifica lo sceneggiatore -: film meraviglioso, ma non c’entra nulla col romanzo.  Noi abbiamo cercato di scavare le radici dell’Avventura, in modo da mostrare al lettore dove vengono quelle emozioni, così da ritrovarne il cuore pulsante”. Ma c’è modo di scuotere generazioni cresciute a Playstation e film d’azione? “Guardi, la base della maggior parte delle storie è lì, in quelle pagine senza tempo”, spiega Monteleone. Per lui, la scelta de L’isola del tesoro non è stata casuale:

“Ero un fan sin da bambino, ne ho consumato le pagine. Il medium fumetto ti porta davanti a delle scelte di sintesi, e quindi il maggiore lavoro sul testo è stato trovare semplificazioni narrative e soluzioni visive. L’unica concessione rispetto al testo originale – confessa Monteleone – è che, mentre il romanzo si chiude su Jim Hawkins (il ragazzo protagonista e voce narrante del romanzo, ndr), nel nel fumetto l’ultima parola è concessa a John Silver, figura sfaccettata di pirata dal cuore d’oro”.

UNA PALESTRA PER GIOVANI MATITE

La scelta di mantenersi il più possibile vicino al testo originale ha lasciato più spazio nei disegni: i ragazzi che si sono messi alla prova nei quattro volumi sono tutti classe ’80 o più giovani e utilizzano stili spesso originali. “Una precisa scelta stilistica di Recchioni, una sorta di ‘passaggio del testimone’. Il tratto, spesso non convenzionale, ha proprio l’obiettivo di dare nuova vita alla storia. Oscar, che ha realizzato le tavole de L’isola del tesoro, è un esordiente, e non è l’unico. C’è tanto sangue giovane in questa operazione”, osserva Monteleone. Giovani gli autori ma anche, si spera, i lettori: “Ai ragazzi vorrei dire: c’è un motivo per cui questi romanzi sono classici: rappresentano la base fondante dell’Avventura. Dunque, conto che sia un’occasione per riscoprire anche i libri, e magari per essere letti a scuola. Non possono che invogliare gli studenti a leggere”, chiude l’autore.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro