Sabato 20 Aprile 2024

Fedez, il tribunale le canta alla Siae. Guerra totale sui diritti

Decreto ingiuntivo per un concerto: gli organizzatori versino i soldi a Soundreef

Fedez (NewPress)

Fedez (NewPress)

Milano, 25 luglio 2017 - La guerra tra Davide e Golia continua, e stavolta – come la tradizione insegna – è il pastorello (con le sneakers) ad avere la meglio sul gigante dei Filistei. Tutto, naturalmente, in attesa del prossimo colpo di scena. Il decreto ingiuntivo con cui, mercoledì scorso, il tribunale ordinario di Milano ha ordinato all’agenzia di spettacoli Showbees di versare a Soundreef e non alla Siae i diritti d’autore di uno spettacolo di Fedez (o meglio, la parte a lui spettante visto che le canzoni sono scritte a più mani), continua a far discutere. Potrebbe rappresentare, infatti, la crepa in quella diga che consente alla Società Italiana degli Autori ed Editori di operare in posizione di monopolio, o quasi, nella raccolta del diritto d’autore incurante dei richiami della Ue che, proprio sulla materia, sembra si stia preparando ad aprire una procedura di infrazione a carico dell’Italia.

Per capire come stanno le cose bisogna, però, tornare al 2014 quando, attraverso la direttiva 26, meglio conosciuta come «direttiva Barnier», l’Unione Europea chiede ai Paesi membri di uniformare le regole nazionali sulla raccolta e la gestione dei diritti d’autore per stimolare la libera concorrenza e consentire agli artisti di scegliere a quale operatore affidare i propri interessi. Più facile a dirsi che a farsi. Soprattutto in Italia, dove una furiosa schermaglia legale ha consentito al monopolista di resistere stoicamente agli affondi dei concorrenti proprio mentre il resto del continente provava ad adeguarsi al nuovo corso. E poco importa che a fondamento del diritto accampato da Siae ci sia una legge del Ventennio, la 633 del 1941; da noi i cambiamenti sono lenti, molto lenti, come dimostra la sostanziale inefficacia del decreto legislativo 35 del marzo 2017 che avrebbe dovuto recepire le indicazioni di Bruxelles. Ma perché è importante la libera concorrenza? Per il modus operandi. «Con Siae incasserò i miei diritti fra due anni – spiega il cantante – con Soundreef fra meno di due mesi».

Pure l’Antitrust ha aperto un’istruttoria nei confronti della Società degli Autori ed Editori per abuso di posizione dominante. Dopo le prime tre date del tour estivo, in cui Fedez ha dato in licenza i suoi diritti a Soundreef, sia Siae che Assomusica – l’associazione dei produttori di spettacoli – hanno scritto agli organizzatori «chiarendo che se avessero versato le royalties a Soundreef avrebbero dovuto pagare due volte» protesta lui, che nei concerti successivi ha provato ad aggirare l’ostacolo firmando le licenze direttamente con gli organizzatori. «Nulla di fatto, perché Siae ha comunque riscosso le royalties di nove date su venti. E poi mi hanno scritto una lettera in cui dicono che, siccome le mie canzoni hanno ritornelli o musiche scritte da altri autori, la raccolta spetta comunque a loro. Casomai dovrebbe essere Soundreef a girare la quote di competenza, visto che sono io l’autore principale dei miei brani».

Fedez ha trascinato in questa bagarre pure il ministro Franceschini, stigmatizzando la sua posizione pro monopolio e rilevando che la moglie Michela Di Biase lavora per la Fondazione Sorgente Group, ente culturale di una holding che, tra le altre cose, si occupa della gestione del patrimonio Siae. Il ministro minaccia querele. Ma intanto nel Pd c’è chi prova a lasciarsi alle spalle il monopolio (leggi il deputato Emiliano Minnucci) proponendo di limitare l’esclusiva della Società degli Autori e degli Editori «ai soli segmenti di mercato dove la rete territoriale della società può offrire un valore aggiunto».

Intanto Showbees, che intende opporsi al decreto, precisa: «La Siae non ha nulla a che vedere con il decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Milano». «Si tratta di un rapporto diretto tra la mia società e Soundreef, della cui validità peraltro discuteranno i miei avvocati in Tribunale – afferma il suo responsabile, Gianmario Longoni –. È del resto evidente che Soundreef operi in condizione di voluto equivoco e comunque al di fuori delle previsioni di legge, chiedendo compensi ad essa non dovuti».

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