Giovedì 18 Aprile 2024

Erjona: "I calciatori? Fanno sesso da soli". E Dzemaili la scarica

Dopo l'esternazione della modella il giocatore chiede la separazione

Erjona Sulejmani e Dzemaili

Erjona Sulejmani e Dzemaili

Roma, 25 novembre 2017 - C'era una volta la leggenda del calciatore casto e puro. Lo svedese Nils Liedholm, grande giocatore e magnifico allenatore del secolo scorso, aveva addirittura codificato la norma, scolpendola nel marmo delle frasi epiche. Ecco qua: «Un campione del pallone – disse il mister di Fiorentina, Milan e Roma – può fare sesso soltanto una volta alla settimana, altrimenti spreca troppe energie».

Sì, ciao. Vennero poi altri miti, figli del post moderno. Di Bobone Vieri, bomber della Nazionale, si diceva collezionasse l’ underwear delle Veline che conquistava. Cassano ha scritto in un libro (parrà strano associare il concetto di biblioteca e Fantantonio, eppure è vero) di aver avuto più di cinquecento donne, tra un gol e un dribbling. Per tacere di Balotelli.

Adesso, potenza della televisione!, si aprono nuovi orizzonti. Partecipando ad un reality ('Le Capitane') dedicato alle compagne di (presunti) assi della pedata, Erjona Sulejmani, procace consorte del valoroso Blerim Dzemaili, atleta svizzero protagonista nella nostra serie A anche con la maglia del Bologna, se ne è uscita con una esternazione che un po’ riporta alla dimenticata lezione di Liedholm.

Leggere per credere e lasciamo stare se questa sia fascia protetta o fascia pro-tetta, considerati i pettorali della signora. «Sesso prima della partita? Ma i calciatori non sono grandi amatori. Scelgono il fai da te».

Ah, dove sono i cari vecchi preti di una volta, quelli pronti a giurare che a toccarsi si rischiava di diventare ciechi? Ah, e non sarà stata una incauta propensione all’onanismo a rendere invisibile, per gli azzurri di Ventura, la porta della Svezia? Sta a vedere che non siamo andati al Mondiale per eccesso di sesso solitario! Dopo poi chi glielo spiega, al prode Tavecchio, che ci ha rimesso la poltronissima federale per assenza di adeguata compagnia nel talamo dei nostri assi (si fa per dire, eh)?

Ora, un moralista a questo punto sarebbe tentato di obiettare che la popputa Erjona poteva ben tenere per sé certe intime confidenze, senza sventolarle sulla pubblica piazza televisiva. Solo che questo è il tempo che ci è dato vivere. Tutto passa attraverso il buco della serratura. Siamo diventati un popolo di guardoni e serpeggia il dubbio che persino da simili banalità si possa cogliere il senso di una decadenza. Collettiva.

Comunque, mica finisce qua. Dzemaili, ferito nell’onore come un Mimì della pedata, non l’ha presa benissimo, la sortita della Erjona. Tramite avvocato, il valente calciatore, oggi tesserato per un club di Montreal, ha reso noto di avere «avviato le pratiche per la separazione giudiziale» dalla ciarliera moglie, riservandosi di «agire a tutela della riservatezza propria e del figlio» della coppia, coppia evidentemente in «crisi perdurante». In effetti, qualcosa forse non funziona, nella relazione.

Morale della favola. Un tempo, per contestare un arbitro, gli si dava allegramente del cornuto. Adesso è arrivata la Var e l’onorabilità delle coniugi dei direttori di gara è (quasi) al riparo. Un tempo, ad un calciatore che sbagliava lo stop, gli si dava serenamente del pippone. Adesso, dopo questa curiosa vicenda, il termine rischia di prestarsi a fraintendimenti boccacceschi.

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