Giovedì 18 Aprile 2024

Argento, le paure del re del brivido. "Questo mondo supera l’horror"

Il regista: "Le notizie mi angosciano. Almeno il cinema le esorcizza"

Dario Argento (Ansa)

Dario Argento (Ansa)

Roma, 2 novembre 2016 - È IL RE della paura, il signore delle angosce. È l’uomo che ha macchiato di rosso la storia del cinema. I suoi film ci hanno fatto accelerare i battiti del cuore, o saltare un battito. In tutto il mondo, dalla Corea agli Stati Uniti, se pensi «paura» pensi a lui. È Dario Argento, il regista di “Profondo rosso”, del “Gatto a nove code”, di “Phenomena”, di “Suspiria”. Proprio quest’ultimo film è stato restaurato ini 4k, a partire dal negativo originale. E verrà riproposto nelle sale, evento speciale, per tre giorni dal 30 gennaio prossimo. 

Dario Argento, ma in un mondo reale così terribile, ha ancora senso coltivare la paura sullo schermo?

«Sì. Proprio perché c’è bisogno che l’essere umano esorcizzi la paura. Una cosa è quella reale, un’altra è quella sullo schermo. Al cinema, la paura diventa quasi una festa». 

Lei di cosa ha paura?

«Mi angoscia vedere le notizie sui terremoti, sapere che la terra si è aperta e si può aprire ancora, e sapere che tutto questo accade praticamente qui, a poca distanza da Roma». 

Che cosa la preoccupa di più?

«Il fatto che sembra quasi che si stia per aprire la dorsale appenninica, la colonna vertebrale dell’Italia. E il fatto che i sismologi si trovino spesso disarmati, incapaci di prevedere. Qui non si può prevedere niente».

Fra le paure dei nostri giorni, quale la angoscia di più? 

«Il terrorismo. Pensare che pochi uomini possono tenere sotto scacco un pianeta intero, che le metropoli del mondo sono a rischio. Che dovunque tu sia, puoi essere esposto alla follia di pochi».    

Lei ieri ha celebrato Halloween nel suo Profondo rosso Store a Roma. Da quanto tempo festeggia Halloween?     

«Credo di essere stato il primo, a Roma. Io avevo visto quelle celebrazioni in America, quando da noi non lo celebrava nessuno; adesso è diventato più popolare del Carnevale. Ma la festa nel mio Profondo rosso Store è anche un’occasione di incontro con la gente che viene per parlarmi. Da me è un modo per ritrovarsi».     

Torniamo a parlare di paura. Il genere horror sembra non conoscere crisi.     

«Sì, è vero. Io stesso sono uno spettatore di horror, sia al cinema che in televisione. Mi piacciono le serie, mi piace “The Walking Dead”; mi piacciono molte serie horror che vengono dagli Stati Uniti».     

Molti registi americani si sono detti ispirati da lei: anche Quentin Tarantino.Come è riuscito a imporsi così tanto nel panorama internazionale?     

«Forse perché ho attinto alle mie paure profonde, ho messo a nudo il mio subconscio. Perché ho cercato di raccontare la parte oscura di me, attraverso le storie che raccontavo. In America i registi riuscivano a mettere meno a fuoco questo aspetto psicologico».     

Uno dei suoi film più celebri, “Suspiria”, verrà riproposto al pubblico delle sale cinematografiche, in versione restaurata in 4k. Come pensa che il pubblico vivrà oggi questo film?     

«Il pubblico reagisce sempre nello stesso modo, da anni, con i miei film. Sarò molto felice di rivedere sullo schermo grande una pellicola che aveva nella luce, nel colore, nell’immagine uno dei suoi punti di forza».     

Fu un film difficile da girare?     

«Molto, soprattutto per via degli effetti speciali molto realistici. E all’epoca, non c’era la computer graphic».     

Che cosa sta preparando adesso?   

«Una serie televisiva di dodici episodi ispirata proprio a “Suspiria”, dal libro di Thomas de Quincey. Abbiamo già scritto tutto il copione, e stiamo per girare il pilota. Si girerà in gran parte negli Stati Uniti, prodotta da Cattleya». 

Di “Suspiria” ha annunciato di voler fare un remake per il cinema il regista Luca Guadagnino. All’inizio non le piaceva l’idea… 

«Ma in realtà non mi preoccupa troppo. Non conosco bene il lavoro di Guadagnino, ma mi dicono che sia bravo. Spero faccia un buon film. E comunque, sarà un’altra cosa». 

E il suo progetto di film con Iggy Pop?     

«Esiste, come no! È ispirato a un racconto breve dello scrittore tedesco E.T.A. Hoffman, “The Sandman”, ispirato alla fiaba dell’omino del sonno, che soffia la sabbia sugli occhi dei bambini per farli addormentare. Sarà la storia di un serial killer che uccide cavando gli occhi alle sue vittime. Poiché è una produzione impegnativa, bisogna aspettare ancora un po’, prima di partire».     

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