Mercoledì 24 Aprile 2024

Clint sale sul treno del coraggio. Ciak a Venezia per l’ultimo kolossal

Eastwood racconta la storia degli eroi che bloccarono un terrorista

Clint Eastwood con Spencer Stone, Anthony Sadler e Alek Skarlatos

Clint Eastwood con Spencer Stone, Anthony Sadler e Alek Skarlatos

Venezia, 16 agosto 2017 - Clint Eastwood è arrivato nel weekend a Venezia, all’hotel Cipriani alla Giudecca. E la città è in subbuglio, perché Eastwood non è venuto in vacanza, no, e neppure per la Mostra del cinema che si aprirà fra un paio di settimane, e che già nel 2000 lo ha celebrato con il Leone d’oro alla carriera. No: Eastwood è venuto a girare, qui nella Laguna, le scene iniziali del suo prossimo film.

Il film si chiamerà “The 15:17 to Paris”. Il treno per Parigi delle 15:17. Il treno Thalys, 9364, partito da Amsterdam per raggiungere la ville Lumière. Era il 21 agosto 2015. Quel giorno, su quel treno, c’erano tre ragazzi americani di poco più di vent’anni. Si chiamavano Anthony Sadler, Spencer Stone e Alek Skarlatos. Due di loro erano soldati. Sentirono dei rumori strani provenire dal bagno: era il caricatore di un kalashnikov. Sono corsi a vedere, si sono trovati davanti un terrorista deciso ad uccidere.

Il resto è storia: i tre ragazzi, approfittando di una esitazione del terrorista, riuscirono a bloccarlo, disarmarlo e consegnarlo alla polizia. Si trattava di Ayoub Al-Qahzzani, giovane di origine marocchina. Aveva un kalashnikov AK47, pistole e coltelli. E l’intenzione di uccidere 500 persone. È una di quelle storie che fanno i titoli dei giornali e poi vengono dimenticate, divorate dalla successiva: un’auto che piomba sui passanti, un camion nel centro di una capitale europea. C’è una specie di “normalità”, di routine del terrorismo che ha finito per anestetizzarci tutti. Ma questa è una storia speciale. È la storia di una strage sventata, ed è la storia di tre ragazzi, eroi per caso.

È proprio questa la storia che interessa al vecchio Clint: dopo aver raccontato la “normalità” di un cecchino in “American Sniper” e dopo aver raccontato l’altrettanto stupefacente “normalità” di un pilota capace di salvare la vita a centinaia di passeggeri in “Sully”, adesso Eastwood racconta un’altra pagina di eroismo quieto, altri eroi scabri, eroi che non hanno studiato da eroi. Continua a raccontare, un capitolo dopo l’altro, la forza dell’Occidente.

Le riprese del film inizieranno domani, e dureranno tre giorni. Dapprima sarà coinvolta l’area della stazione ferroviaria Santa Lucia, con il ponte di Calatrava; poi il ponte di Rialto e il Canal Grande. Gran finale, venerdì, quando troupe, attori e comparse si sposteranno in piazza San Marco. Già, le comparse: saranno più di quattrocento, a formare un tappeto visivo di turisti fra i 18 e i 75 anni. Fra di loro, anche un personaggio di quasi due metri e dalla pelle scura, che è stato a lungo cercato dagli organizzatori della produzione. Molto probabilmente, a Venezia ci saranno anche i tre “eroi per caso” che due anni fa sventarono la strage. I tre ragazzi americani, infatti, hanno scritto la storia di quel giorno, insieme al giornalista e scrittore Jeffrey E. Stern. Da quel libro – “The 15:17 to Paris: The True Story of a Terrorist, a Train, and Three American Heroes” – è stata tratta la sceneggiatura del film. E Clint ha chiamato i tre ragazzi sul set. E saranno proprio loro a interpretare loro stessi, a due anni di distanza. Clint ha fatto provini a decine di attori, prima di decidersi ad ingaggiare proprio i tre ragazzi nei ruoli principali.

Nel cast, anche Judy Greer e Jenna Fischer. A interpretare il terrorista marocchino sarà Ray Corasani. Judy Greer sarà una madre single, mentre Jenna Fisher sarà la madre di Skarlatos, uno dei tre protagonisti. "Niente, nel passato di questi ragazzi, suggeriva che avrebbero potuto reagire in quel modo in circostanze così drammatiche. Le loro azioni sembrano provare la verità di quel detto, che dice che gli eroi sono sempre persone comuni che, messe di fronte a sfide enormi, reagiscono in modo straordinario", ha scritto uno dei recensori del libro. E fra coloro che si sono complimentati con i tre giovani, c’è anche l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama. "Siete la parte migliore dell’America", disse loro, premiandoli. Clint, probabilmente, pensa la stessa cosa.

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