Giovedì 25 Aprile 2024

'A ciambra', così l'Italia (e Scorsese) puntano all'Oscar

Il film di Carpignano coprodotto dal regista americano

Martin Scorsese – Foto: LaPresse

Martin Scorsese – Foto: LaPresse

Roma, 26 settembre 2017 -  Non gli era riuscito con “Mediterranea”, il suo debutto nel lungometraggio, film che parlava di migranti. Arrivò a Cannes ma lì si fermò. Tanto è vero che la pellicola è pressoché inedita in Italia, nonostante riguardi una storia tipicamente italiana. Un paio di anni dopo Jonas Carpignano è tornato a Cannes con "A ciambra". Tanti complimenti sulla croisette. E la candidatura all'Oscar che si materializza quasi quattro mesi dopo. “A ciambra” sarà il film italiano che proverà a entrare nella ristrettissima elitè dei cinque film stranieri nominati. L'anno scorso “Fuocoammare” si fermò al primo step. Anche se poi rientrò in corsa nelle nomination per il miglior documentario.

“A ciambra” è film complesso che affonda le radici nella Calabria dove Carpignano, nato a New York trentatré anni fa, ha scelto di vivere dopo aver fatto la spola nella sua adolescenza tra New York e Roma. “A ciambra” è soprattutto la storia di Pio, quattordici anni, che vive nella comunità rom chiamata (appunto) “A ciambra” a Gioia Tauro. Una comunità microcosmo di un territorio dove s'incrociano la 'ndrangheta, l'emergenza migranti (la tendopoli degli africani è a due passi dall'insediamento rom degli Amato, il cognome della famiglia di Pio). Film vero tanto da sfidare i canoni del documentario, se non fosse per una dose necessaria di finzione narrativa, che riesce a raccontare una realtà complessa e difficile come Gioia Tauro, il principale porto del Sud e crocevia di traffici molto spesso più illeciti che leciti

Carpignano ha un imprimatur d'eccezione:  il suo film è coprodotto da Martin Scorsese che ha deciso di destinare fondi riservati ai giovani registi. Il film è nato da un fatto assai reale. Il furto di attrezzature per il cinema nell'auto di Carpignano, così il regista è entrato in contatto con la comunità rom, il cui passepartout è stato proprio Pio. Neorealista nella scelta dell'attore, vero, che non concede nulla alla finzione ma è un film che risente anche delle conoscenze cinematografiche americane di Carpignano. E che dopo Cannes sarà anche a Toronto, in attesa di sapere se la corsa verso gli Oscar continuerà. A gennaio il verdetto.

 

 

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