Giovedì 18 Aprile 2024

Mafia, 23 arresti a Catania. Minaccia e bossolo per Schifani: "Pagherai le confische, morirai"

Inchiesta della Dda etnea condotta dai Ros sull'infiltrazione di Cosa Nostra negli strategici settori dei trasporti marittimi e terrestri, dell'edilizia e della grande distribuzione alimentare. E a Palermo il clima si fa sempre più pesante

Un intervento dei carabinieri

Un intervento dei carabinieri

Catania, 20 novembre 2014 - Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri stanno eseguendo nella provincia di Catania un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della locale procura distrettuale antimafia, nei confronti di 23 indagati per associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza e intestazione fittizia di beni. 

EVIDENTI COLLUSIONI - Al centro delle indagini del Ros l'infiltrazione di Cosa Nostra negli strategici settori dei trasporti marittimi e terrestri, dell'edilizia e della grande distribuzione alimentare. Documentati anche rapporti collusivi con imprenditori ed amministratori locali. 

CORPOSO BOTTINO - Sequestrati beni aziendali e quote societarie per circa 50 milioni di euro. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 nel comando provinciale carabinieri di Catania.

BOSSOLO IN STUDIO - Un bossolo di proiettile di medio calibro, avvolto in un foglio contenente minacce, è stato recapitato lunedì mattina - ma la notizia si è appresa soltanto adesso - nella cassetta postale dello studio professionale di Palermo del senatore Renato Schifani, avvocato ed ex presidente dell'assemblea di Palazzo Madama. A trovarlo sono stati i componenti della segreteria dell'esponente politico, che hanno fatto subito scattare l'allarme.

'TE NE VANTASTI' - Nella lettera si fa riferimento al fatto che di recente Schifani, in alcune interviste seguite all'archiviazione dell'indagine per mafia contro di lui, ha citato come merito della propria attività contro Cosa nostra il varo delle norme sul sequestro per equivalente dei patrimoni, mafiosi e non solo, acquisiti illecitamente e oggetto di compravendite con terzi di buona fede. La frase minacciosa rivolta a Schifani recita (non testualmente): "Ci hai fatto togliere i soldi e te ne sei vantato. Pagherai, morirai".

CONFISCHE ' EQUIVALENTI' - La legge sui patrimoni e sui sequestri per equivalente, inserita nel pacchetto sicurezza del 2008, per salvaguardare i diritti dei terzi di buona fede, "aggredisce" altri beni o altri pezzi del patrimonio dei mafiosi, dei criminali, dei corrotti, sequestrandoli e poi confiscandoli per una cifra "equivalente" a quella oggetto dell'affare illecito.

CLIMA TESO - L'episodio si inserisce in un momento particolarmente teso dell'antimafia siciliana, segnato dalle minacce ai magistrati e dalle dichiarazioni del neopentito Vito Galatolo, circa i piani di morte contro il pm Nino Di Matteo. Schifani è esponente del Nuovo Centrodestra e ne è uno dei leader, assieme al ministro dell Interno, Angelino Alfano e al deputato regionale siciliano Francesco Cascio.

ACCUSE ARCHIVIATE - L'inchiesta sull'ex presidente del Senato ipotizzava il concorso in associazione mafiosa ed è stata chiusa con l'archiviazione, su richiesta dello stesso pm Di Matteo e del suo collega Paolo Guido. Il senatore è ancora scortato da cinque uomini e dispone di due auto blindate.