Venerdì 19 Aprile 2024

Roma, scure su commissioni dopo lo scandalo Mafia Capitale. "Presto azzerate le presidenze"

Orfini annuncia i provvedimenti. Sulla telefonata tra il capo della segreteria di Marino e Salvatore Buzzi: "Questione irrilevante e già chiarita"

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino (Ansa)

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino (Ansa)

Roma, 11 giugno 2015 - Scure sulle commissioni capitoline dopo il secondo atto di Mafia Capitale e l'ultima ondata di arresti in Campidoglio. Presto saranno dimezzate, passeranno da 24 a 12. Seguirà anche l'azzeramento di tutte le presidenze che dovranno poi essere rinominate. Lo fa sapere il commissario del Pd Roma Matteo Orfini. 

Il partito continua a fare quadrato attorno al sindaco Ignazio Marino. E' lo stesso Orfini a buttare acqua sul fuoco, dopo la diffusione della trascrizione di una telefonata tra il capo della segreteria del sindaco Silvia Decina e Salvatore Buzzi, il boss delle cooperative.  "La questione è stata già ampiamente chiarita da Roma Capitale. Si tratta di un'intercettazione in cui non c'è assolutamente nessuna rilevanza né penale, né politica. Ed è comunque una cosa che non è andata in porto perché il Comune l'ha valutata inadeguata", dice il commissario Pd.

"Per quanto riguarda il merito della vicenda, nel settembre 2014 - si legge in una nota dell'ufficio stampa di Roma Capitale - Decina chiama Salvatore Buzzi a proposito di un'iniziativa imprenditoriale di interesse della multinazionale Leroy Merlin, finalizzata all'espansione commerciale della propria attività attraverso l'apertura di un nuovo punto vendita nella zona della Barbuta, periferia sud di Roma nota sino ad oggi solo per l'insediamento di un campo nomadi. Dalla trascrizione del colloquio emerge con tutta evidenza che il colloquio avviene per dare riscontro a Buzzi della presentazione del progetto, che Decina e Buzzi non si conoscono tant'è che è necessaria una preliminare presentazione e che Decina si limiti a comunicare l'interesse dell'amministrazione a verificare la preventiva fattibilità della proposta".

L'Ufficio stampa del Campidoglio aggiunge che "quello che i quotidiani non scrivono è che la proposta, a seguito dell'istruttoria compiuta dagli uffici competenti di Roma Capitale, fu giudicata non realizzabile in quanto non compatibile con gli strumenti urbanistici attualmente vigenti. Spiace pertanto che gli organi di informazione non abbiano colto l'occasione per evidenziare che la buona amministrazione può consentire alla magistratura di non intervenire".