Londra, 12 marzo 2015 - Non poteva che arrivare dalla Russia il raro veleno radioattivo che uccise Alexander Litvinenko, l'ex spia del Kgb assassinata a Londra nel 2006. È quanto emerso nel corso dell'inchiesta nella capitale britannica per far luce sul 'giallo' spionistico internazionale.
POST GUERRA FREDDA - Secondo la deposizione scritta del professor Norman Dombey, eminente fisico britannico consultato dagli inquirenti, il letale polonio 210 usato per l'omicidio dell'ex agente del Kgb è stato necessariamente prodotto dallo stabilimento Avangard, circa 500 chilometri a sud-est di Mosca, uno dei centri sovietici per la produzione di armi nucleari nel corso della Guerra Fredda.
DEDUZIONE PER LA CORTE - "A mio avviso, lo Stato russo, o i suoi agenti, sono responsabili dell'avvelenamento", ha detto Dombey. Per l'esperto, la quantità usata per uccidere Litvinenko - che ne ingerì ben 26,5 microgrammi - è incredibilmente grande. Tutti gli altri Paesi, inclusi gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, hanno interrotto la produzione di polonio negli anni Settanta. Il centro (già sovietico) di Avangard sarebbe quindi rimasto l'ultimo in grado di fornirlo.