Giovedì 18 Aprile 2024

Ligabue nell'Autodromo: rombo rock. "Scusate il disordino, ma è show"

Esce la raccolta di racconti. Aspettando il megaraduno a Monza

Luciano Ligabue (Ansa)

Luciano Ligabue (Ansa)

Monza, 7 maggio 2016 - Metti un Liga nel motore. Chi pensava che in pieno slancio creativo per dare alle stampe entro l’anno il successore di 'Mondovisione' il bulimico di Correggio si sarebbe limitato alle collaborazioni con Negrita, Bertè, Locasciulli e Grignani, non aveva fatto i conti con la sua voglia di palco. Così mentre lui prometteva sul web ai fedelissimi di starsene buono buono a lavorare al nuovo album, il suo staff metteva a punto col comune di Monza lo sbarco in Autodromo, con quel Liga Rock Park che il 24 settembre lo offre in pasto a centomila anime (di plexiglass) frantumando il record dei Pink Floyd, come ricorda il governatore-fan Roberto Maroni, fermati nell’89 dalla pioggia «solo» alla metà. Per il circuito brianzolo il grande epilogo di un’estate ad alto volume segnata pure da altri raduni come il 'Gods of Metal', con Rammstein, Korn, Megadeth il 2 luglio, e l’ 'i-Days Festival', con Sigur Rós, Paul Kalkbrenner, Stereophonics, Bloc Party, Biffy Clyro, Suede dall’8 al 10 luglio. A parlarne è Ligabue stesso nell’abbacinante cornice di Palazzo Reale, già smanioso come un Fangio o un Senna d’intravedere oltre i tigli e la luce verde del via.

Dopo il successo di Campovolo 2015, 150mila presenze con un incasso di 7,5 milioni di euro, era difficile inventarsi qualcos’altro. «Con lo show dello scorso anno abbiamo chiuso una fase. Era la festa dei 25 anni di carriera e nella mia testa presupponeva una ripartenza. Così ho chiamato manager e agente chiedendo: perché non facciamo un concerto in uno spazio in cui la gente possa vivere della bellezza del posto?». 

Detto e fatto. «Campovolo per noi è casa, ma rispetto alla magnificenza del parco di Villa Reale sembra un campo di patate. Tuttavia l’esperienza fatta a Reggio con quattro concerti da centinaia di migliaia di persone ci agevola il lavoro». 

E poi avrà l’opportunità di offrire un primo assaggio del nuovo disco. «Sto lavorando al primo concept-album della mia carriera. Ho scritto una ventina di canzoni, ma ancora non so quante ne rimarranno nella versione finale. Certo è che la storia sarà una sola e le abbraccerà tutte. Ne eseguirò alcune in autodromo; so che arriveranno sul web prima del disco, ma amen». 

Ha dei riferimenti in testa? «Da appassionato degli Who, i primi titoli che mi vengono in mente sono ovviamente 'Tommy' e 'Quadrophenia'. Anche se quelli erano dei musical e quindi molto strutturati, mentre il mio è solo un concept-album». 

Intanto martedì prossimo arriva in libreria la raccolta di novelle 'Scusate il disordine'.  «Un libro del genere rappresenta le mie vacanze dalla scrittura musicale. Tanto la canzone deve avere, infatti, un’idea decisa e tradizionale, quanto i racconti sono liberi. Ecco perché li ho concepiti diversi uno dall’altro tanto per stile che per tecnica narrativa. Sicuramente scriverli mi ha aiutato anche al lavoro sul disco». 

Cosa ama di meno oggi nella musica?  «Non apprezzo lo streaming così com’è. La Apple, che ha guadagnato molto dalla musica, dovrebbe forse restituire indietro qualcosa. E non a noi artisti affermati o alle case discografiche, quanto piuttosto investire sulle realtà emergenti per sottrarle alla roulette di YouTube, che altrimenti rappresenta uno dei pochissimi altri modo per farsi conoscere».