Giovedì 18 Aprile 2024

Isis, jihadisti a Sirte da Raqqa. Renzi: "Non è una novità"

Intanto, Israele fa sapere di essere in azione in Siria

Un convoglio di guerriglieri dell'Isis

Un convoglio di guerriglieri dell'Isis

Roma, 1 dicembre 2015 - A rafforzare ulteriormente l'allarme sulla presenza dell'Isis in Libia, fonti libiche riferiscono dell'arrivo "a Sirte di vari combattenti jihadisti, tra cui alcuni 'leader' dell' Isis, giunti sulla città costiera libica dall'Iraq e dalla Siria attraverso il Mediterraneo". A loro sostegno sarebbero approdati a Sirte anche diverse decine di combattenti di Boko Haram, "circa 40", provenienti dal Mali, Ciad e Nigeria. "I jihadisti giunti a Sirte dalla Siria e dall'Iraq, per unirsi all'Isis in Libia - riferiscono fonti libiche all'Ansa -, hanno eluso la sorveglianza della guardia costiera libica". Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa italiana, le stesse fonti affermerebbero anche che i "jihadisti sono partiti da Raqqa ed arrivati circa tre giorni fa sulle coste libiche a bordo di imbarcazioni". Non si sa però al momento il numero preciso dei jihadisti approdati a Sirte. Il Paese nordafricano si confermerebbe dunque, oltre che principale fonte di finanziamento del Califfato per le sue risorse petrolifere, anche punto di partenza ideale per gli attacchi terroristici in Europa, come già ipotizzato nei giorni scorsi. Lo stato libico sarebbe dunque il primo al di fuori di Iraq e Siria dove l'Isis governa ormai una vasta area nell'est del Paese, quella di Sirte. La paura è che la città libica possa diventare la nuova base del gruppo dirigente dello Stato islamico e rifugio, proprio di fronte alle coste italiane, per sfuggire ai bombardamenti della coalizione internazionale in Medio Oriente.

RENZI: "NON E' UNA NOVITA'" - La notizia non sembra comunque sconvolgere più di tanto il premier Matteo Renzi, che, parlando alla presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, dichiara: "La presenza di Daesh a Sirte non è una presenza che arriva nelle ultime ore, ma l'intelligence la stima radicata già da mesi". "Non c'è nulla di nuovo", dice in soldoni Renzi. "Non appare niente di nuovo e alcune ricostruzioni sono tutte da verificare - continua -, cosa che con gli alleati della coalizione stiamo facendo, ma non vedo elementi di novità". Il presidente del Consiglio si è anche espresso sulla possibilità di un intervento militare internazionale in Libia, liquidandola affermando: "Non è un tema all'ordine del giorno, almeno per il momento". "L'Italia non ha una posizione pregiudizialmente ostile a interventi anche di natura militare o più forti di natura diplomatica - ha poi argomentato - ma chiede solo che non si faccia ciò che è accaduto in Libia: un intervento senza strategia di cui si pagano le conseguenze".

ISRAELE IN AZIONE IN SIRIA - Intanto, Israele fa sapere per bocca del premier Benyamin Netanyahu che sta operando in Siria. "Stiamo operando in Siria di volta in volta in modo da impedire - ha spiegato Netanyahu - che il paese diventi un fronte contro Israele". Un fronte - ha aggiunto - che "l'Iran sta cercando di costruire sul Golan". Netanyahu ha anche affermato che l'obiettivo di Israele è quello di "contrastare il trasferimento di particolari armi dannose dalla Siria al Libano. Continueremo a farlo". È la prima volta - secondo i media - che un esponente israeliano e soprattutto un premier ammette questo tipo di intervento. Ieri lo stesso Netanyahu ha dato la notizia che oggi militari israeliani e russi si sarebbero incontrati "per intensificare il coordinamento in modo da prevenire incidenti su larga scala. Vogliamo aumentare la cooperazione per evitare collisioni sui cieli siriani".