Giovedì 25 Aprile 2024

Manovra, i medici incrociano le braccia. "Troppi tagli, sciopero generale"

Il 16 dicembre si fermano i camici bianchi del servizio pubblico

Un medico (foto repertorio)

Un medico (foto repertorio)

Roma, 4 novembre 2015 - UN GIORNO di sciopero generale per tutti i medici del servizio pubblico: il prossimo 16 dicembre i medici ospedalieri come quelli di famiglia non lavoreranno per 24 ore. A proclamare la giornata di protesta tutte le sigle sindacali del settore contro il «grave e perdurante disagio arrecato ai cittadini da politiche orientate esclusivamente a una gestione contabile del Servizio sanitario nazionale». Pronta la risposta del ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Rispetto il diritto di sciopero della categoria, ma sono dispiaciuta e spero sempre si possa trovare una soluzione per non arrivare a questa giornata di sciopero. Detto questo, trovo però che siamo su una strada giusta».

LO SCIOPERO, promosso da tutte le sigle più rappresentative, dai pediatri (Fimp) ai medici di base (Fimmg), dall’Anaao che rappresenta i dirigenti ai sindacati confederali, è contro il mancato finanziamento del Fondo sanitario nazionale, ma anche una risposta ai provvedimenti sull’appropriatezza varati dal governo. «Il motivo principale – spiega Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici – è il taglio delle risorse della Sanità. Questo è iniziato da diversi anni, e con questa nuova legge invece di 115 miliardi ce ne sono 111. A questo si aggiungono i tagli programmati dal 2017 al 2019 per le Regioni, che si ripercuoteranno sulla Sanità». In più per la prima volta, sottolinea Cozza, dal fondo sanitario dovrebbero essere trovate anche le risorse per il rinnovo dei contratti: «Gli altri anni i fondi per medici e infermieri erano aggiuntivi rispetto al fondo sanitario – spiega –, mentre ora c’è un meccanismo perverso per cui si tolgono soldi necessari alle prestazioni per il rinnovo del contratto. È difficile dire quante risorse servirebbero, ma per il pubblico impiego la cifra chiesta dal sindacato è 150 euro». Non basta: c’è anche la spada di Damocle del recepimento della direttiva Ue sugli orari dei medici che dal 25 novembre non potranno lavorare più di 13 ore consecutive con un riposo minimo di 11 ore e senza superare il limite delle 48 ore settimanali. Se il monte ore diminuisce, serve più personale per rispondere alle esigenze dei cittadini: secondo i sindacati circa «4-5mila nuove assunzioni».

I SINDACATI chiedono anche di «mettere fine alla intollerabile ‘caccia alle streghe’ che prevede, panacea di ogni problema legato all’erogazione delle prestazioni sanitarie, sempre e solo sanzioni e multe a carico dei medici capri espiatori delle colpe di decisori politici e amministratori miopi e inadeguati». Per la Lorenzin invece la «strada intrapresa è quella giusta: puntare non più a un’operazione di tagli lineari ma lavorare sulla qualità dei servizi».