Giovedì 18 Aprile 2024

Legge elettorale, altola di Berlusconi«Il premio di lista non e nei patti»

ROMA TRA BERSANI e Renzi, il Cavaliere sta con il secondo tutta la vita: e non solo perché l'ex segretario Pd ha tirato in ballo le magnifiche sorti e progressive del Biscione: «Non c'è nulla nel Patto del Nazareno che può influenzare Mediaset. La mia azienda soffre del fatto che la pubblicità in Italia è diminuita e che l'azienda pubblica fa dumping, vendendola con il 90% di sconto». Dopo tutto, il premier gli ha permesso di restare al tavolo che conta. Anche per l'elezione del capo dello Stato: Berlusconi si mostra già pronto alla successione di Napolitano, più che disponibile a scegliere il nuovo presidente della Repubblica con Matteo: «È utile continuare la collaborazione anche per il Quirinale». È chiaro che ne hanno parlato, anche se di nomi non ne sono stati fatti. Si capisce come mai alla presentazione del libro della Biancofiore Il cuore oltre gli ostacoli difenda l'intesa rimessa a lucido mercoledì: «Durerà a lungo». Un modo per rassicurare chi teme elezioni anticipate. E per tenere a bada i più recalcitranti, come Brunetta, che ha annunciato una seconda lettera a Juncker contro il governo, malgrado la prima non fosse stata gradita da Silvio. NATURALMENTE, l'accordo regge se Berlusconi ha un seguito, ed è questo che interessa a Renzi. Ragion per cui, rovesciando la decisione presa dall'ufficio di presidenza, apre ad Alfano. «Riunire tutto il centrodestra è una necessità, un dovere e anche un augurio». Un passo preparato dai mediatori di professione Letta, Toti e Romani che nei giorni scorsi si sono fatti vivi con Ncd raccomandandosi che stiano tranquilli, «nessuno, tantomeno il Cavaliere tenterà di farli fuori» con la soglia del 5%. Se è vero che lo sbarramento dei piccoli non scompare dalla hit parade delle priorità berlusconiane, scende però di posizioni. «I patti vanno rispettati ricorda Silvio e questo significa accantonare il premio di maggioranza alla lista e una soglia troppo bassa». Ma poi non gioca sui numeri, mentre è severo sulla lista unica: «La Lega ha già detto che non entra». Cerca di tranquillizzare Fitto e chi chiede «schiena diritta» con Renzi. Però ripete che lo scettro ce l'ha lui, con buona pace dell'ex governatore pugliese che proprio ieri ha incassato una nuova apertura di credito dalla Pascale e dalla Rossi. Già: Berlusconi auspica «un lìder maximo» che piaccia a tutti per il futuro ma non ne vede ora in giro. Escluso pure Salvini, che silura utilizzando l'amico Umberto: «Quando Matteo ha detto di voler essere il leader del centrodestra, Bossi ha detto no, che ero io». An. Co.