Venerdì 19 Aprile 2024

Le vite in piazza

di Marco Buticchi

Marco Buticchi

Marco Buticchi

INDIVIDUARE un movente inattaccabile rappresenta spesso la svolta nelle indagini. Accertare il fattore scatenante conduce oltre la soglia del ragionevole dubbio richiesto dalla giustizia e dalle coscienze. Fa parte del lavoro di ogni inquirente indirizzare le indagini nelle più svariate direzioni, se può essere utile a far luce su un delitto. Se si tratta di un omicidio efferato, ingarbugliato quanto una trama di un giallo d’autore come quello di Yara, ben vengano inquirenti capaci e scaltri, che non si scoraggiano di fronte a nulla.  Indagare sulla cerchia che gravita attorno a ogni sospettato è lecito e auspicabile. Scandagliare la sua vita e quella di chi gli è vicino, diventa un obbligo ai fini della verità. Spesso, nel rovistare nei meandri di un’esistenza, possono venire alla luce particolari inconfessabili, sconvenienti. Ma lontani da essere classificati come reati, anche se potrebbero tornare utili per tracciare la filosofia alla base del movente. La notizia è apparsa nelle ultime ore, uscita dal microscopio sotto il quale è posta la vita privata del sospettato: la moglie di quest’ultimo, una bella signora dall’aria giovanile, non avrebbe tenuto una condotta coniugale integerrima e due persone, interrogate, avrebbero confessato di aver intrattenuto con la signora relazioni nei cui particolari noi non vogliamo entrare.

ABBANDONATE per un attimo la prurigine da rivista patinata e riportate la concentrazione sul nocciolo del problema: non si sta parlando degli amori estivi dei Vip sulla spiaggia di grido, ma di una bambina ammazzata da un mostro. Poco o nulla devono interessarci i particolari con cui si arriverà a incastrarlo. A noi preme che il mostro, chiunque sia, subisca una giusta pena. Troviamo la divulgazione di notizie private non direttamente riguardanti i fatti, emerse peraltro nel corso delle indagini, una declassificazione delle figure integerrime che vorremmo come inquirenti. Mettere in piazza vicende personali, vere o presunte che siano, non giova ai fini della verità e ridurre una vicenda agghiacciante a una banale storia di corna di provincia non fa comodo a nessuno. Ci auguriamo che, in futuro, a finire tra le notizie non coperte da segreto istruttorio, non ci siano le vicende private e sconvenienti.

di Marco Buticchi