Giovedì 18 Aprile 2024

Jobs Act, la stima della Cgia: possibili 8mila nuovi posti di lavoro nel primo trimestre 2015

Sono le previsioni della Cgia di Mestre che ha testato lo stato d'animo delle imprese

Primi segnali di ripresa dal mondo del lavoro

Primi segnali di ripresa dal mondo del lavoro

Roma, 1 marzo 2015 - Buone notizie dalle previsioni degli effetti del Jobs Act fatte dalla Cgia di Mestre: "Nel primo trimestre 2015 gli occupati sarebbero in aumento di oltre 8.000 unità". Secondo lo studio "le aspettative legate alle nuove disposizioni in materia di lavoro sono molto elevate: grazie all'estensione delle tutele ai lavoratori che ne erano privi, all'eliminazione dei contratti precari e al prossimo riordino degli ammortizzatori sociali, il governo spera di dare una scossa al mercato del lavoro incrementando la base occupazionale".

Poi: "Dati statistici ancora non ce ne sono - aggiunge lo studio - gli unici che hanno cercato di capire se questo provvedimento avrà degli effetti positivi sono stati i ricercatori dell'Unioncamere nazionale. Con la periodica indagine sulle previsioni occupazionali delle imprese dell'industria e dei servizi riferita al primo trimestre di quest'anno, il saldo occupazionale in Italia dovrebbe essere pari a +8.390 unità: a fronte di 209.680 lavoratori in ingresso ci dovrebbero essere 201.300 lavoratori in uscita. Niente a che vedere con i risultati emersi nell' indagine realizzata nello stesso periodo del 2014:, un anno fa il saldo era addirittura negativo e pari a -14.500".

Il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi osserva: "E' utile sottolineare che questi dati non hanno nessun rigore statistico. Tuttavia, essendo il risultato di un'indagine telefonica su un campione qualificato di titolari d'azienda, ci consente di testare lo stato d'animo delle imprese che, a quanto pare, sembra meno negativo di qualche mese fa. Certo, non sappiamo se il previsto aumento della platea occupazionale sia dovuto alle misure previste dal Jobs act, oppure sia da ricondurre alle agevolazioni contributive introdotte con la legge di stabilità 2015, che dal primo gennaio consentono alle aziende che assumono un lavoratore con un contratto a tempo indeterminato di non versare alcun contributo previdenziale per ben tre anni". Per Bortolussi "sta di fatto che qualche segnale positivo comincia a fare capolino anche nel mercato del lavoro del nostro Paese".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro