Martedì 16 Aprile 2024

La Cgil replica a Renzi: "Sì al confronto, ma lo sciopero resta"

Il sindacato in una nota giudica l'intervento del premier ancora vago, indefinito e contraddittorio. E Landini attacca: "Renzi vuole tornare all'Ottocento"

Susanna Camusso (ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI)

Susanna Camusso (ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI)

Roma, 29 settembre 2014 - Dopo aver ascoltato l'intervento del premier Renzi in direzione del Pd, la Cgil in una nota chiarisce la sua 'risposta', che si condensa in un titolo: siamo sempre pronti al confronto, ma allo stato delle cose lo sciopero del 25 ottobre è confermato.

Molto più duro il segretario della Fiom Landini: "Renzi vuol tornare all'Ottocento".

LA RISPOSTA DELLA CGIL - "L'intervento con cui il presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi sebbene contenga toni diversi dal passato, sui temi della riforma del mercato del lavoro e sulla revisione della legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) resta ancora vago, indefinito e contraddittorio, a partire dalle affermazioni sull'articolo 18 - spiega la nota - Non è infatti ancora chiara la proposta avanzata. Anche l'enunciazione dell'obiettivo, da tutti condiviso, dell'eliminazione del precariato e del superamento del mercato del lavoro duale, non si traduce in proposte vere di riduzione delle forme contrattuali", ha aggiunto.

La Cgil mette nero su bianco: "Sebbene sia certamente apprezzabile l'ulteriore estensione a tutte le donne che lavorano del diritto alla maternità e l'impegno a una legge sulle dimissioni in bianco, l'allargamento dei diritti a tutti i lavoratori richiede di considerare anche le altre tutele. Così come sugli ammortizzatori le risorse indicate non fanno intravedere, purtroppo, un'effettiva universalità".  Infine il passaggio sull'apertura al confronto. "Se il Presidente del Consiglio, annunciando l'apertura della Sala Verde, intendeva sfidare il sindacato, non possiamo che ribadire che la Cgil è da sempre pronta al confronto. Sarebbe infatti ben strano - sottolinea - essere l'unico Paese europeo che fa riforme sul mercato del lavoro senza un dialogo con le parti sociali".

"Rivendichiamo da anni la legge sulla rappresentanza. Ben venga - si legge nella nota del sindacato di Susanna Camusso - che anche il Governo voglia aprire la discussione, visto che fino ad ora hanno supplito gli accordi sindacali e, a nostro avviso, si dovrà partire dal Testo Unico del 10 gennaio 2014". "La Cgil - conclude - porterà al confronto tutta la sua piattaforma che parte dal vero tema centrale del Paese, ovvero creare lavoro. A sostegno della piattaforma, per dare forza all'eguaglianza delle tutele e dei diritti, la Cgil continua la preparazione della grande manifestazione del 25 ottobre a Roma".

LANDINI - Molto più duro il sefretario della Fiom Maurizio landini, che a Piazzapulita su La7 attacca: "Mi sembra che Renzi voglia tornare all'Ottocento, quando l'imprenditore poteva decidere vita e morte del lavoratore. E' una follia!". 

"Se Renzi mi racconta che per dare diritti agli uni deve toglierli agli altri sta dicendo una bugia", continua Landini, che aggiunge di essersi "stancato di sentire cose inutili" quando pezzi interi di economia sono in mano alla malavita autorizzata e dilaga la corruzione: "Mi sono stancato di sentire che colpa della crisi è l'articolo 18", ha aggiunto Landini ricordando che la Fiom ha firmato un accordo con la Volkswagen che viene in Italia anche se c'è l'art.18. Quanto all'accusa lanciata dal premier, che unici a non applicare l'art.18 sono proprio i sindacati, il leader dei metalmeccanici Cgil ha fatto presente che in Italia "tutte le associazioni, che non sono imprese, hanno questo elemento". "Se si vuole estendere l'art.18 a tutti - ha concluso - io non ho alcun problema".