Mercoledì 24 Aprile 2024

Art.18, polemica Camusso-Squinzi. Cgil: "In piazza anche da soli". Dalla Boschi invito all'unità

Fassina a Renzi: "Vuoi lo scontro per andare al voto?". Damiano: "No al soccorso azzurro". Delrio: "La riforma supera l'art.18 come concepito finora"

Maria Elena Boschi (Olycom)

Maria Elena Boschi (Olycom)

Roma, 22 settembre 2014 - E' ancora alta tensione nel Pd sulla riforma del lavoro. Alla vigilia dell'approdo in aula al Senato prosegue il dibattito sull'articolo 18 e domani mattina a palazzo Madama si terrà una riunione dei gruppi del Partito democratico: un'assemblea alla quale parteciperanno il ministro Giuliano Poletti e il responsabile Economia e Lavoro della segreteria dei Democratici, Filippo Taddei. Che oggi definisce "avvilente" il fatto che si voglia "ridurre tutto a un derby sull'articolo 18". Il ministro Boschi invita le anime del Pd ad essere unite, mentre va in scena lo scontro frontale tra il presidente degli industriali Squinzi e il segretario Cgil Camusso, che poi annuncia: "In piazza anche da soli".

L'APPELLO DELLA BOSCHI -  "Per anni ci siamo sentiti dire che dobbiamo essere un gruppo unito, chedobbiamo voler bene alla ditta: adesso è il momento di dimostrarlo". E' il messaggio inviato dal ministro Maria Elena Boschi al Partito democratico. "Le riforme devono andare avanti e sicuramente non si fermeranno", ha detto la Boschi, a margine dell'inaugurazione del Cersaie a Bologna: "Sappiamo bene che nel nostro partito possono esserci discussioni interne, ma poi si marcia compatti".

Il Jobs act "mi auguro che venga approvato al Senato nelle prossime settimane, anche nei prossimi giorni", ha detto il ministro delle riforme. La riforma del mercato del lavoro "è già in calendario questa settimana al Senato - ha spiegato Boschi - e quindi sicuramente al Senato" sarà approvata "prima della legge di stabilità". "Ovviamente - ha concluso - ci sarà bisogno del passaggio alla Camera".

SQUINZI - "L'abolizione dell'articolo 18, pur essendo un problema percentualmente non così fondamentale, sarebbe comunque un segnale molto forte, in modo particolare per gli investitori e soprattutto per gli investitori esteri", ha detto Squinzi, anche lui al Cersaie. 

"Il mantra dell'articolo 18 va smontato: è uno dei freni, magari più mediatico che di sostanza". Secondo Squinzi, infatti, "l'opinione prevalente degli imprenditori è: 'Come fai a investire in un paese dove se assumi, assumi per la vita?'". Poi, parlando a margine con i cronisti, il presidente di Confindustria ha chiarito che servono delle "forme di tutela, perché tutti siamo d'accordo che non si deve licenziare quando ci sono discriminazioni", però, ha proseguito Squinzi, "gli imprenditori non si divertono a licenziare i propri dipendenti, soprattutto quelli che fanno il loro dovere e quelli bravi. E' un falso problema questo". 

"Non vogliamo essere punitivi con l'art.18 ma se tutto questo serve a semplificare il mercato del lavoro e a far ritrovare la fiducia...". L'impegno del governo sul fronte del lavoro, ha osservato, "va nella direzione giusta, serve una riforma del mercato del lavoro in maniera più profonda e che abbia come obiettivo un contratto a tempo indeterminato conveniente per i lavoratori e per le imprese". A giudizio di Squinzi, ancora, "non bisogna mai dimenticare che noi imprenditori non ci divertiamo a licenziare ingiustificatamente i nostri collaboratori. Anzi - ha concluso - facciamo di tutto per tenerceli". 

CAMUSSO - "Vedo dei repentini mutamenti di opinione perché ricordo molte dichiarazioni del presidente di Confindustria che dicevano esattamente l'opposto", ha replicato il segretario della Cgil Susanna Camusso, che poi ha annunciato: "La Cgil ha già detto e continuerà a ribadire che inizierà la mobilitazione. Sarebbe utile per tutti che fosse unitaria ma comunque non ci tireremo indietro". 

IL DUBBIO DI FASSINA - "Voglio sapere dal presidente del consiglio quali contratti precari vuole abolire, voglio sapere dal premier quante risorse mette in più sugli ammortizzatori sociali per i precari. Voglio sapere perché il modello tedesco adesso non va più bene". Su questo "si possono trovare le risposte che fanno convergere tutte il Pd". Se invece Renzi "ha scelto la linea dello scontro politico allora è diverso", ha argomentato Stefano Fassina, parlamentare del Pd. Insomma, ha sottolineato Fassina, "se il presidente del consiglio vuole affrontare i problemi della precarietà ci sono tutte le condizioni per risolvere le differenze tra di noi e i problemi, se invece vuole lo scontro perché magari vuole andare alle elezioni, allora è davvero un altro problema".

DAMIANO: NO AL SOCCORSO AZZURRO - "Sulle questioni economiche del lavoro dovrebbe essere rifiutato il soccorso azzurro. E' chiaro che se fossero determinanti i voti di Forza Italia per tenere in piedi il governo su questo argomento ci sarebbe anche una conseguenza politica. Non vorrei che Renzi riuscisse a fare sui temi del lavoro quel che non è riuscito a fare Berlusconi", ha detto il presidente della commissione lavoro della Camera Cesare Damiano, deputato del Pd.

"Condivido l'idea di Renzi secondo la quale bisogna avere diritti universali senza distinzioni - ha spiegato Damiano - gli stessi ammortizzatori, la stessa tutela per maternità, cancelliamo tutta la precarietà. Se la direzione è questa indicata da Renzi non vedo allora perché dovremmo avere per quanto riguarda la questione del licenziamento, cioè l'articolo 18, due regimi, uno riservato alla vecchia generazione che mantiene l'attuale normativa e l'altro, più debole, di serie b, riservato ai giovani che in caso di licenziamento ingiusto avrebbero un semplice risarcimento monetario, è una contraddizione che ha Renzi e sulla quale vorrei discutere". Sul tema è stata evocata l'ipotesi di un referendum interno al partito. "Una possibilità reale di un referendum interno la vedo abbastanza remota", ha risposto Damiano

DELRIO - "La nostra riforma è complessiva e va a superare l'articolo 18 come è stato concepito fino a oggi", ha detto il sottosegretario Graziano Delrio a margine dell'audizione al Parlamento Ue. "La riforma complessiva del mercato del lavoro così com'è concepita estenderà i diritti ai milioni di persone che non li hanno", ha detto Graziano Delrio, perche' "il problema di oggi è estendere i diritti e dare nuove possibilità di posti di lavoro".