Martedì 23 Aprile 2024

La Signora soffre il Parmae passa solo grazie a Morata

Luca Pasquaretta Parma CONTINUA l'assalto alla decima della banda di Allegri, che ieri sera ha espugnato il Tardini. Ma che sofferenza. Insomma Juve in semifinale di Coppa Italia, un trofeo che manca da 20 anni in casa bianconera. Sfiderà la vincente di Roma-Fiorentina. Niente colpo di teatro. Davide non è riuscito a battere Golia. C'è mancato poco. Ha risolto tutto Morata a pochi secondi dalla fine. C'era il pronostico, il divario in classifica in campionato alquanto imbarazzante (40 punti), i problemi economici dei ducali, l'addio di Cassano, il divario tecnico, la feroce contestazione del pubblico casalingo. Poi c'è stato il campo, il bello del calcio. Il Parma ci ha messo orgoglio, voglia, determinazione, se l'è giocata a viso aperto senza paura, tenendo testa ai campioni d'Italia. Donadoni aveva scelto un 3-5-2 accorto, ma tosto. Allegri aveva risposto con il 4-3-3 di Coppa Italia, quello già sperimentato contro il Verona. Si aspettava più fame il tecnico livornese nel primo tempo, un atteggiamento più feroce, che potesse esaltare la maggiore qualità. Invece non è successo nulla di eclatante. Tanta noia, poche emozioni. Le uniche sono state create da Palladino, Galloppa e Nocerino. Mirante invece è stato a guardare fino al tiro-cross di Pepe che ha colpito il palo nel recupero. Prima dell'intervallo Donadoni è stato costretto a sostituire l'infortunato Mendes per Santacroce. Allegri invece camminava nervoso all'interno dell'area tecnica, non contento della prestazione dei suoi ragazzi, irriconoscibili rispetto alle ultime uscite. In tribuna pure Agnelli, Nedved e Marotta non erano soddisfatti, sbuffavano. Nella ripresa in avvio il Parma è partito meglio, ha provato a fare qualcosa di più. La Juve non riusciva a cambiare marcia, a fare quello che avevano programmato. Allegri stufo ha tolto un irriconoscibile Vidal (ormai un caso), inserendo Pogba, la mossa per dare una scossa, per alzare il tasso tecnico. Dentro anche Morata, evidente la volontà di vincere. Una bava di rissa, ad epilogo ancora bollente, non ha rovinato la correttezza della sfida. Traversa di Marchisio. Il gol era nell'aria e Morata appena entrato quasi allo scadere ha beffato Mirante, una brutto colpo per il Parma che aveva sognato e sfiorato l'impresa. Troppa grazia per una Juve troppo brutta per essere vera. Alla fine decidono le giocate dei campioni, Morata fa parte di quella categoria, anche se il meglio deve ancora farlo vedere. Per ora basta ed avanza così.