La sferzata del Papa al Sinodo «Non caricate pesi sulle famiglie»

Bruno Ruggiero ROMA «LE ASSEMBLEE sinodali non servono per discutere idee belle e originali o per vedere chi è più intelligente. Servono per coltivare e custodire meglio la vigna del Signore, per cooperare al suo sogno, al suo progetto d’amore sul suo popolo. In questo caso, il Signore ci chiede di prenderci cura della famiglia, che fin dalle origini è parte integrante del suo disegno d’amore per l’umanità». Con un’omelìa durata pochi minuti, ma a tratti sferzante, Papa Francesco ha aperto ieri mattina a San Pietro la terza assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi, dedicata alle «sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione». Ovvero, divorziati risposati, convivenze, omosessualità, pillola e legge naturale. NELLO stesso discorso, rivolto all’interno della Chiesa, il Pontefice ha aggiunto: «Anche per noi ci può essere la tentazione di ‘impadronirci’ della vigna, a causa della cupidigia che non manca mai in noi esseri umani. Il sogno di Dio si scontra sempre con l’ipocrisia di alcuni suoi servitori. Noi possiamo ‘frustrare’ il sogno di Dio se non ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo». Quindi ha tracciato l’identikit di «quei contadini che si sono impadroniti della vigna e per la loro cupidigia e superbia vogliono fare di essa quello che vogliono». E, così facendo, «i cattivi pastori caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili, che loro non muovono neppure con un dito». Prima della messa, Bergoglio aveva ‘aperto’ l’assemblea con un tweet: «Mentre diamo inizio al Sinodo sulla Famiglia, preghiamo il Signore di indicarci il cammino. #prayforsynod». DA STAMANE, con la prima delle congregazioni plenarie, i delegati entreranno nel merito delle grandi questioni poste all’ordine del giorno. «I Padri sinodali, provenienti da ogni parte del mondo — ha spiegato il Papa — insieme con me vivranno due intense settimane di ascolto e di confronto, fecondate dalla preghiera». Ma, come lo stesso Bergoglio aveva sottolineato in un’intervista pubblicata ieri da un quotidiano argentino, «questo sarà un sinodo lungo, probabilmente di un anno: io sto solo dando la spinta iniziale». Poi, quasi a chiarire meglio il concetto, aveva fatto un esempio: «È’ stata posta molta enfasi sul tema dei divorziati, ma per me un problema molto importante è quello delle nuove abitudini dei giovani. La gioventù non si sposa. È una cultura dell’epoca, molti giovani preferiscono convivere senza sposarsi. Cosa deve fare la Chiesa? Espellerli dal proprio seno? O invece avvicinarsi, contenerli e cercare di portare loro la parola di Dio? Sono su quest’ultima posizione». A mezzogiorno, nel corso dell’Angelus, mentre ai 40mila fedeli in piazza venivano distribuite le Bibbie per il centenario della fondazione dei religiosi Paolini, il Papa ha raccomandato di portare una Bibbia in ogni famiglia, simulando un colloquio con i fedeli: «Ma padre, noi ne abbiamo due, tre. E dove le nascondete? Non si deve metterla in uno scaffale, ma leggerla spesso, ogni giorno, sia individualmente sia insieme, marito e moglie, genitori e figli, magari la sera, specialmente la domenica». E ha concluso scherzando: «Non fate i furbi, prendetene solo una».