La morale della favola

I VENTI di guerra che spazzano la vicina Ucraina, prova di questa vicinanza è la presenza di tante badanti ucraine nelle nostre case, la morte non per sbaglio di 300 esseri umani, tantissimi bambini, non per un incidente aereo ma perché qualcuno intenzionalmente ha lanciato un missile centrando quell’aereo magari scambiandolo per un altro ma comunque sparandogli un ordigno capace di colpirlo, l’imprecisata e allarmante geografia di arsenali sfuggiti al controllo delle superpotenze che ha trasformato per la prima volta in un conflitto aereo anche la nuova crisi dell’interminabile guerra in Medio Oriente, il riaprirsi di competizioni tra Usa e Russia che fanno temere il ritorno ad una nuova guerra fredda, tutti questi eventi che suonano come lugubri segnali di una nuova fase storica, resa più preoccupante dall’ incapacità di uscire da una crisi economica planetaria, ci fanno apparire in tutto il suo squallore la vicenda del caso Ruby, che ha visto l’Italia ridursi al ruolo della più scellerata denigratrice di se stessa al solo scopo di disarcionare l’allora presidente del consiglio Berlusconi.

UNA GUERRA dichiarata da potenti magistrati, che si è sgonfiata come un palloncino bucato da uno spillo, con la sentenza d’appello che ha smontato una delle più colossali inchieste che ricordi la storia della giustizia in Italia, ridottasi a spiare un signore che per età, ruolo e differenza sociale, avrebbe dovuto, secondo una non disprezzabile morale comune, avere una vita più severa, meno leggiadra e dunque sfuggire alle tentazione di un’allegria sguaiata e forse disperata, a cui lo induceva il carattere o forse il tramonto. E la ricostruzione di quelle serate di baldoria fu tanto minuziosa che avvenne con un inevitabile discredito del paese, diventato lo zimbello del mondo e il motivo dei sorrisini perbenisti di potenti ed ex potenti d’Europa. Così diventammo la repubblica delle banane e un’impero romano da operetta, perché solo così si poteva distruggere Berlusconi e se colpendo lui precipitò anche l’Italia, pazienza. La causa valeva il prezzo, come devono aver detto i criminali che hanno abbattuto l’aereo in Ucraina. Non aspettiamoci che basti un’assoluzione a cancellare anni di denigrazione e le conseguenze devastanti che hanno prodotto, anche perché tra le vittime c’è l’autostima di un popolo, che non crede più a se stesso e nelle sue capacità. Con conseguenze terribili per la ripresa. Ma questa assoluzione in qualche modo chiude con il passato e consente alla politica di riprendere un cammino, che era stato interrotto dalla magistratura. Sulla morale ognuno può avere le sue opinioni, sui reati valgono, senza condizioni, le leggi. Questa è la verità ripristinata. E’ un’occasione per Berlusconi, che per quanto indebolito può rinascere come leader del centrodestra ed è una grande opportunità per Matteo Renzi per dare un impulso alle riforme. Con Berlusconi assolto e tranquillizzato dovrebbero risultare più vicine. Questa è la morale della favola. E Grillo continui a fare quello che gli viene meglio: tanto rumore per nulla.