Giovedì 25 Aprile 2024

La legge diseguale

Il sindaco di Parma federico Pizzarotti (Lapresse)

Il sindaco di Parma federico Pizzarotti (Lapresse)

SI FA presto a dire: divieto di sosta. Il cittadino comune, quello che pretende di pontificare perché paga le tasse, pensa che basti parcheggiare dove è vietato, oppure non pagare sulle strisce blu, e che poi arriva il vigile e stacca il fogliettino: multa. Povera gente. In che mondo vive? Il divieto, a differenza della matematica, è un’opinione. Un’opinione giuridica, intendiamoci. C’è quello doloso, prima di tutto. Individuarlo è molto semplice. Primo esempio. Su un lato della strada la sosta è vietata, sull’altro è libera. Il nostro uomo arriva con la macchina, vede che ci sono un sacco di vuoti dove la sosta è libera, e con l’occhio fiammeggiante di quello che «desso gliela faccio vedere io» si piazza ostentatamente nel posto a pagamento (senza pagare), o addirittura in quelli riservati all’handicap, alla polizia, ai vigili del fuoco. Poi chiude l’auto, e se ne va. Qui non ci sono dubbi.

SI TRATTA di violazione dolosa aggravata e continuata degna della sanzione massima, e anche di ricovero in un reparto specializzato nella cura del masochismo. Secondo esempio. La signora arriva a destinazione, non ci sono posti liberi, e parcheggia in seconda fila. Per rispetto degli altri automobilisti, però, lascia sul cruscotto un cartello: sono dal parrucchiere. In questo caso il dolo è solo eventuale. Intanto, se qualcuno avesse avuto la sensibilità di lasciare uno spazio davanti al negozio, lei non avrebbe dovuto neppure estrarre il cartello che tiene sempre pronto nel vano. Poi, in caso di bisogno, sanno dove trovare la proprietaria: sotto il casco. Risultato: la signora è certamente in multa, ma le vanno applicate, oltre alle meches , anche le attenuanti. E veniamo alla multa «in buona fede non colposa» dei nostri tre amministratori della Parma grillina, diversa, guidati dalla mano saggia del comandante dei vigili. In questo caso, è evidente che le multe vanno cancellate. Si vedeva dai loro sguardi a cinque stelle, smarriti, frettolosi, che erano in buona fede mentre parcheggiavano senza contrassegno. C’era un posto e dovevano correre a servire i cittadini. Andrebbero ringraziati. Altro che denunce di comitati. Del resto, si fa presto a dire: certezza del diritto. Ci siamo inventati il concorso esterno, il traffico di influenze, adesso la buona fede non colposa (degli assessori). Si fa presto a dire: la legge è uguale per tutti.