Giovedì 18 Aprile 2024

La contestazione segue il premier. Rabbia e fischi nelle piazze d'Emilia

Clima rovente, tafferugli a Parmae Bologna con gli antagonisti

Il premier Matteo Renzi a Bologna per sostenere il candidato Stefano Bonaccini (Ansa)

Il premier Matteo Renzi a Bologna per sostenere il candidato Stefano Bonaccini (Ansa)

Bologna, 21 novembre 2014 - È stata una visita blindata quella di Matteo Renzi in Emilia-Romagna, la regione rossa dove il premier è venuto anche per spingere il candidato Pd Stefano Bonaccini in vista delle elezioni di dopodomani. Nel pomeriggio, a Parma, la polizia ha caricato un centinaio di persone dei collettivi antagonisti e dei centri sociali che hanno cercato di forzare il cordone di protezione del Municipio, dove Renzi doveva incontrare il sindaco a Cinque Stelle Federico Pizzarotti. Scena identica, ma senza contatto, in serata a Bologna: i manifestanti si sono limitati a scaricare un sacco di fango e a lanciare un paio di fumogeni contro le forze dell'ordine. Hanno però rotto la vetrina di un circolo Pd del centro.

Ad attendere il premier non c'erano solo cortei antagonisti, ma anche i rappresentanti dei lavoratori. «Siamo qui per dire che le politiche del governo non ci piacciono e non ci piace il Jobs Act», le parole di Antonella Stasi, della Fiom di Parma: «Renzi viene qui e non ci ascolta. Siamo centinaia di lavoratori e lui va a parlare con Pizzarotti e Barilla». A Bologna, invece, prima e dopo la manifestazione dei centri sociali, la scena è stata occupata da decine di precari della giustizia, arrivati in città dal nord e dal centro (fino in Abruzzo). Una protesta che sarà replicata anche oggi a Cosenza, dove, per precauzione, le forze dell'ordine hanno spostato l'appuntamento col premier dalla piazza a un più sicuro auditorium.

A Parma il contatto con le forze dell'ordine è avvenuto sotto i portici di via Mazzini. Il corteo, formato da anarchici e antagonisti, ma anche da sindacalisti e politici (in piazza c'era anche la candidata presidente dell'Altra Emilia-Romagna Cristina Quintavalla), ha tentato di sfondare il cordone a protezione del Municipio per avvicinarsi al palazzo comunale, ma è stato respinto nelle strade vicine. A Bologna, invece, a pochi metri da un Paladozza blindato da decine di camionette e auto di polizia e carabinieri, mentre era in corso la chiusura della campagna elettorale di Bonaccini, a protestare è stato un centinaio di attivisti del collettivo Hobo (lo stesso protagonista dell'assalto all'auto di Matteo Salvini due settimane fa), delle Usb, di Asia (con tanto di carrozzine) e di Ross@ Bologna, guidati dall'ex segretario di Prc Tiziano Loreti, un tempo oppositore dell'allora sindaco Sergio Cofferati. I manifestanti hanno rovesciato un sacco nero dell'immondizia pieno di fango davanti alla polizia e poi, mentre arretravano, hanno lanciato alcuni fumogeni, oggetti e delle uova di vernice. Quindi se ne sono andati, improvvisando un corteo per le vie del centro e rompendo a colpi di caschi una vetrina del circolo Pd Passepartout' in via Galliera. Matteo Renzi non era ancora arrivato in città.