La carta del David

E BRAVO Matteo Renzi. Bravo perché anche lui ha l’istinto diretto della comunicazione, come Berlusconi ma in modo assai diverso. Berlusconi portava Putin nella ‘sua’ villa in Sardegna e a Putin la cosa sicuramente non dispiaceva. Renzi porta la Merkel nella ‘sua’ città di Firenze e alla Merkel la cosa è piaciuta assai. La differenza sta in primis nel fatto che la ‘sua villa’ e la ‘sua città’ non sono affatto la medesima cosa, ma soprattutto che il messaggio è diverso e il destinatario ancor di più. Viviamo un momento assai complesso per la questione relativa al futuro della Comunità d’Europa. Per i tedeschi la faccenda è principalmente econometrica, inteso questo termine nel suo valore etico dove si supera la visione economica vera e propria per renderla ideologica: l’Europa apparentemente si dovrebbe fondare sull’euro e sulla sua stabilità. Firenze pone la questione su un livello diverso. E se l’Europa fosse anche una questione di cultura? E se l’Europa dovesse una parte della sua consistenza e della sua futura solidità alla formidabile eredità che la conforma? Allora il David di Michelangelo potrebbe valere quanto una fabbrica chimica avanzata.

QUESTO passaggio concettuale non è privo di conseguenze. Il Pil della Grecia è pari al doppio del Pil della provincia di Vicenza ma il peso culturale della Grecia, con tutto il rispetto che abbiamo per l’architettura di Palladio e per il magnifico Teatro Olimpico della città veneta, è innegabilmente superiore. Ecco perché la Grecia va salvata e tenuta stretta. Furbissimo, quindi, Renzi che mette sulla bilancia un valore economicamente non definito che pesa oggettivamente molto, anzi moltissimo se paragonato alla città del governo tedesco, quella Berlino che il passato ce lo aveva breve e per giunta demolito a causa delle sue colpe. L’intuito di Renzi sta proprio in questo punto: furbizia da condividere con utile entusiasmo. Il ruolo dell’Italia, nella futura comunità pacificata d’Europa, non può prescindere dal passato dell’ Italia nell’antica scacchiera rissosa dell’Europa di ieri. D’altronde il trattato che siglò gli accordi di collaborazione e d’integrazione delle vecchie nazioni del vecchio Continente fu ben firmato dai sei Paesi genitori a Roma nel 1957. È stimolante sentirsi talvolta protagonisti. Fa bene alla testa e quindi all’economia.