Giovedì 18 Aprile 2024

La cabala del Colle

Paolo Giacomin

MATTEO Renzi sta giocando la partita più importante della sua carriera politica nazionale: l’elezione del presidente della Repubblica. Va da sè che ogni mossa, parola o tweet del premier vengano inevitabilmente letti in chiave Quirinale. Altrettanto inevitabile che allibratori, bookmakers e professionisti della politica traducano dichiarazioni, schermaglie, fughe in avanti e retromarce in numeri utili a eleggere il successore di Napolitano. Dando per scontato che una strategia deve pur esserci dietro le mosse delle forze politiche. Dando per scontato ciò che scontato non è, sapendo che il caos più che la ragione governa i destini e sono i cigni neri, gli eventi imprevedibili, a cambiare il corso delle storie. Tanto vale, da questo strambo punto di vista, giocare con i numeri. Iniziando dalla cifra che appare la costante dall’elezione del Napolitano II a oggi: 101. Centouno furono i franchi tiratori che impallinarono Prodi nel 2013 aprendo nel Pd una ferita che ancora sanguina. E 101 è il numero dell’emendamento alla legge elettorale presentato da Miguel Gotor – da 29 senatori ribelli del Pd – divenuto termometro della tenuta del governo e delle maggioranze possibili per il Colle.

GHIOTTONERIE per numerologi e qabbalisti: l’emendamento di Gotor è stato respinto dall’assemblea del Pd. Con Renzi si sono schierati in 71, 1 si è astenuto e i 29 firmatari del documento non hanno partecipato al voto. Sommando 71, 1 e 29 il risultato dà 101. Coincidenze, ovvio. Centouno è numero palindromo: lo si può leggere da sinistra a destra o da destra a sinistra, il che, in tempi di patti del Nazareno, ha un certo fascino. A leggere le cifre in inglese suona come One O One traducibile come sfida Uno a Uno. Centouno è anche un ‘numero primo’ (divisibile solo per 1 e per se stesso) ed è la somma di cinque ‘numeri primi’ consecutivi: 13, 17, 19, 23 e 29. Quest’anno eleggiamo un presidente per la tredicesima volta (contando due Napolitano), 17 è il giorno in cui Cofferati ha strappato la tessera Pd, 23 furono gli scrutini che si resero necessari per portare Leone al Colle e 29 è il giorno di gennaio nel quale si comincia a votare per il Quirinale. E il 19? Una risata, secondo la smorfia napoletana. Quale miglior metro del fatto che le coincidenze, in fondo, basta cercarle? Come gli equilibri in politica. Un aiuto, poi, lo può dare il computer a patto di sapere che l’informatica si basa sui codici binari, cioè su sequenze infinite di 1 e di 0. E qui il gioco si fa davvero duro: il 101 nel sistema binario corrisponde, infatti, all’usuale cifra 5 del sistema decimale. Il 5 è un numero da sempre speciale, cambino i tempi e i popoli, e con un carico simbolico tale da poter moltiplicare il gioco del Quirinale all’infinito non solo perché 5 sono le stelle di Grillo: se, per esempio, si moltiplica 101 per 5 si ottiene 505 che corrisponde alla maggioranza assoluta dei voti necessari a eleggere il presidente della Repubblica dalla quarta votazione. Mica è un caso la politica. Basta consultare banalmente Wikipedia per trovare altre conferme se si vuole prendere per buono, per esempio, che al chilometro 101 (ancora lui) della strada tra il Cairo e Suez passava il confine tra Egitto e Israele al termine della Guerra del Kippur. E che in quel luogo fu siglato l’armistizio tra avversari storici. Il che dimostra, numeri alla mano, che Renzi e Berlusconi riusciranno a trovare un’intesa su legge elettorale e Capo dello Stato e il patto del Nazareno 2.0 continuerà a caratterizzare la legislatura. Fino al prossimo lancio di dadi. 

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