Martedì 23 Aprile 2024

L'identikit del successore

LA CIFRA è quella di sempre, ma i richiami politici sono accentuati. Non è difficile prevedere che il saluto di Napolitano alle alte cariche dello Stato susciti gravi dissensi e forti polemiche perché è ispirato da un forte sostegno alle politiche del governo. 

L’IMPOSTAZIONE è del tutto condivisibile, data l’emergenza dell’ora che richiede uno sforzo coerente e convergente di tutte le istituzioni. Ma i confini che separano il saluto istituzionale dall’assist politico a Renzi si liquefanno. Tutto si cala in un clima di difesa degli interessi nazionali che ha raggiunto livelli inusitati di criticità e che giustifica o almeno spiega l’indirizzo del Presidente. La parola chiave diviene dunque continuità contro emergenza. Continuità in tutto. Nell’azione di governo che non deve essere ostacolata o rallentata, pur nel legittimo ruolo delle opposizioni. Su questo versante il richiamo al necessario dialogo appare più un appello alla responsabilità nazionale di chi viene usando strumenti impropri di boicottaggio del processo riformatore che non critica alle spigolosità del governo. Napolitano si richiama addirittura alla dottrina, da Ruini ad Elia passando per Mortati, per presentare il bicameralismo perfetto come un «ingombrante doppione». Ma anche e soprattutto continuità istituzionale.

QUESTO è l’ultimo passaggio, cruciale del saluto del Presidente. Qui c’è più di un auspicio. C’è anzitutto un rammarico, quello di non poterla assicurare ancora in prima persona, fino a conclusione del processo riformatore, come aveva detto quando era stato coralmente chiamato al sacrificio del secondo mandato. Ma c’è anche la volontà ferma di fare quanto è in lui per impedire che la battaglia per il Quirinale riapra scenari di divisioni e di nuove fratture della classe politica. Il contesto è sempre quello dell’emergenza nazionale e oggi non c’è più l’uscita di sicurezza di un Napolitano che succede a se stesso. In più il processo di cambiamento è lanciato e ha bisogno di tre gambe: continuità di governo, continuità e sostegno istituzionale e respiro di legislatura. Dalle parole di Napolitano emerge il profilo di un futuro presidente che gli assomigli fortemente. Non solo perché orientato a sostenere i processi di cambiamento, ma perché schierato a difendere le direttrici di riforma assunte dal governo. Ce n’è abbastanza per complicare ulteriormente il già difficile lavoro preparatorio di Renzi.

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